Donna e rischio cardiovascolare: il centro Monzino Women è pronto
È stato appena celebrato il Wear Red Day, giornata di sensibilizzazione sul rischio cardiovascolare femminile. Un'occasione anche per le donne italiane (e i loro medici) per non sottovalutare le differenze di genere.
Venerdì 2 febbraio si è celebrato negli USA il National Wear Red Day, Go Red for Women, una Giornata per la salute cardiovascolare delle donne, invitandole a indossare simbolicamente qualcosa di rosso. La Giornata, voluta dall'American Heart Association fin dal 2004, rappresenta un'opportunità per sensibilizzare anche le donne italiane (e i loro medici) sul proprio rischio cardiovascolare. E per attirare l'attenzione su una diversità, quella di genere, che non sempre costituisce un fattore protettivo nei confronti del rischio CV. Anzi.
Le donne sono diverse, di fronte, alla malattia cardiovascolare, a partire dai fattori di rischio, differenti da quelli maschili, fino alle terapie, a cui arrivano con ritardo perché loro stesse (e non di rado i loro medici curanti) sottovalutano i primi segnali di malattia. E le donne sono diverse anche nella prognosi: il 38% delle donne che asubiscono un infarto miocardico perde la vita entro un anno, rispetto al 25% degli uomini; il 35% delle donne con infarto ne avrà un altro entro un anno, contro il 18% degli uomini. Eppure, come dimostrano anche studi recentissimi, in presenza di terapie appropriate, la cura nella donna può essere tanto efficace quanto nell’uomo.
"Abituate a sopportare il dolore e più propense a prestare attenzione agli altri (mariti, figli, familiari), – spiega la Prof.ssa Elena Tremoli, Direttore scientifico del Monzino, – piuttosto che a loro stesse, le donne troppo spesso non prestano importanza alle prime avvisaglie di un problema cardiovascolare e si presentano dal cardiologo tardi, quando la malattia è già avanzata e quindi più difficile da trattare. Ma non solo: osserviamo che anche dopo un evento cardiovascolare le donne tendono a non dare importanza alle terapie, mettendo più a rischio la propria salute e favorendo il ripresentarsi della malattia".
Vi è dunque, senz'altro, una mancanza di consapevolezza nella donna. Il 70% delle donne ritiene l’infarto un problema per lo più maschile, trascurando prevenzione e diagnosi precoce, anche se le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità e malattia nelle donne over 50. E ancora troppe poche donne sanno che oltre ai fattori di rischio comuni a tutta la popolazione (familiarità, fumo, ipercolesterelomia, ipertensione, sovrappeso, diabete, solo per citarne alcuni) la donna ne ha di specifici: da certe problematiche ginecologiche ai trattamenti per il tumore del seno, ad alcuni aspetti psicosociali.
Le donne devono quindi essere sensibilizzate e accompagnate in un percorso specifico di prevenzione, diagnosi precoce e cura delle malattie cardiovascolari.
Il Centro Cardiologico Monzino ha avviato, già lo scorso anno, Monzino Women, un centro che offre concretamente questo percorso affiancandolo a un’attività di ricerca.
I dati preliminari delle prime cento donne visitate al Monzino Women, tutte senza sintomi né precedenti eventi cardiovascolari, – dichiara Daniela Trabattoni, Responsabile di Monzino Women, – confermano un quadro che richiede tutta la nostra attenzione: il 30% presenta fattori di rischio elevato, soprattutto ipertensione e ipercolesterolemia e abbiamo rivelato una presenza così significativa di ansia, depressione e stress, che abbiamo deciso di indagare ulteriormente i fattori di rischio psicosociale anche attraverso una ricerca ad hoc.
Abbiamo bisogno del supporto di tutta la società civile e soprattutto della comunità medica, perché il problema è anche culturale: se da un lato nelle pratiche cliniche attuali si dovrebbe prestare più attenzione anche agli aspetti psicosociali, dall’altro anche le donne devono sapere che mente e cuore sono più collegati di quanto si possa immaginare e il loro benessere strettamente connesso.