La pressione si misura così
Un’intervista alla dr.ssa Marina Alimento
In Italia l’ipertensione arteriosa coinvolge in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Una persona su tre. Ma quasi la metà degli ipertesi non sa di esserlo.
Poiché si tratta di una condizione che aumenta la sua frequenza con l’avanzare dell’età, è buona norma superati i 50 anni misurare la pressione almeno una volta all’anno
Ma quali sono i valori soglia dell’ipertensione e come si misura correttamente la pressione arteriosa? Lo abbiamo chiesto alla dr.ssa Marina Alimento, dell’unità operativa Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Monzino.
Quali sono i valori pressori ottimali?
La definizione della soglia dell’ipertensione è al centro di un vivo dibattito all’interno della comunità scientifica internazionale. Secondo le ultime Linee guida della Società Europea dell’Ipertensione e della Società Europea di Cardiologia, possiamo affermare che l’ipertensione inizia quando i valori della pressione sistolica (la cosiddetta “massima”) sono uguali o superiori a 140 millimetri di mercurio (mm/Hg) e/o i valori della pressione diastolica (vale a dire la “minima”) sono uguali o superiori a 90 millimetri di mercurio.
Come si misura la pressione?
Molte persone devono controllare i valori della pressione regolarmente. Se viene fatto a casa, ci sono alcuni accorgimenti a cui prestare attenzione:
- La misurazione va fatta dopo almeno cinque minuti di riposo
- È bene scegliere un ambiente tranquillo, non troppo caldo né freddo
- Il bracciale, di dimensioni adeguate, deve essere all’altezza del cuore
- Mettersi seduti, mantenendo una posizione comoda
- Il braccio deve sempre essere appoggiato
- Fare due misurazioni a due minuti di distanza
- Non bisogna aver fumato nel quarto d’ora precedente
- Non bisogna aver assunto caffeina da un’ora
Quando la pressione supera i valori soglia, come si sceglie la terapia?
Poiché l’ipertensione frequentemente è attribuibile a un’iperattivazione del sistema “renina-angiotensina-aldosterone”, un meccanismo ormonale che regola la pressione sanguigna, le principali classi di farmaci in uso sono quelle che inibiscono questo sistema, e quindi gli ace-inibitori o i sartani; ma anche i beta-bloccanti, i calcio antagonisti e i diuretici sono usualmente impiegati nella terapia antipertensiva. Sarà lo specialista che valuterà, in base alle condizioni specifiche di ciascun paziente, quale tipologia di farmaci è più indicata.
È importantissimo sottolineare tuttavia che, benché esistano alcuni fattori di rischio genetici che predispongono all’ipertensione, prima di considerare una terapia farmacologica è utile intervenire sui fattori di rischio ambientali e quindi prevenire o ritardare l’insorgenza dell’ipertensione, attraverso la correzione del proprio stile di vita, come spieghiamo qui.