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La chirurgia valvolare è sempre più mini-invasiva

La chirurgia della valvola aortica ha raggiunto elevati standard qualitativi. Un'intervista al Prof. Francesco Alamanni, coordinatore Area Chirurgia Cardiovascolare del Monzino.

2 Aprile Apr 2017 0000 7 years ago

La chirurgia tradizionale delle valvole cardiache ha oggi raggiunto uno standard qualitativo molto elevato ed è al centro di importanti innovazioni che vanno nella direzione della mini-nvasività.

Da un lato, vi sono interventi in cui la mini-invasività è limitata alle dimensioni dell'incisione chirurgica, con approccio in mini-sternotomia o in mini-toracotomia, sempre con l’istituzione della circolazione extra-corporea, ma con innegabile vantaggio estetico e minori complicanze.

Vi sono d'altra parte interventi che possono essere praticati a cuore battente, con tecniche innovative che riducono anche i tempi della seduta operatoria. Per ciascun intervento vi sono indicazioni specifiche, nell'ottica di una sempre maggiore "personalizzazione".

Il Prof. Francesco Alamanni, Direttore del Programma di Chirurgia Cardiovascolare al Centro Cardiologico Monzino, spiega in una video-intervista a “Medicina e Informazione” le opportunità e i limiti della nuove tecniche utilizzate in cardiochirurgia per la stenosi valvolare aortica.

"Per sostituire la valvola aortica, – spiega il Prof. Alamanni, – le due tecniche di chirurgia più avanzate sono l’utilizzo di protesi 'Suturless' a impianto rapido – un intervento che consente di non dover mettere tutti i punti di sutura, riducendo così i tempi e favorendo una performance emodinamica migliore – o la 'TAVI' per l'inserimento di una protesi transcatetere a cuore battente. Le protesi per la TAVI sono di varia grandezza e il cuore viene raggiunto grazie a un catetere inserito dall'arteria femorale, in modo quindi minimamente invasivo. Tutta la procedura viene eseguita grazie a una valutazione pre- e intra-operatoria, che si basa su immagini ecocardiografiche, fluoroscopiche e TAC".

Naturalmente tutte queste tecniche offrono nuove opportunità di trattamento ma hanno anche dei limiti, pertanto si dovrà sempre valutare quale sia l'opzione migliore per il singolo paziente personalizzando il percorso chirurgico in base alle sue caratteristiche specifiche, senza dimenticare che interventi del genere richiedono grande esperienza e un approccio multidisciplinare che solo un centro di riferimento può offrire.

Prof. Francesco Alamanni