Infarto: “il tempo è muscolo”
Fattori di rischio e campanelli d’allarme
Recenti fatti di cronaca hanno riacceso i riflettori sull’infarto. A Roma, dove si trovava per il concerto di Natale, il cantante Albano Carrisi ha avuto due infarti ed è stato sottoposto ad angioplastica con applicazione di stent. L'infarto colpisce 120 mila italiani ogni anno: «Si verifica per l’occlusione di un’arteria coronarica - ha spiegato il Prof. Cesare Fiorentini intervistato dal settimanale Nuovo - e la rapidità di intervento è fondamentale: un’angioplastica tempestiva permette di salvare più parti del muscolo cardiaco».
Per questo diciamo che “il tempo è muscolo” quando si parla di infarto. E per questo è vitale riconoscere i segnali che devono metterci in allarme.
I sintomi da non sottovalutare sono un forte dolore toracico, con diramazione lungo il braccio sinistro, e la mancanza di fiato, ma anche dolore nella zona intorno allo stomaco, sudorazione fredda, senso di debolezza. In questi casi è bene chiamare il 118 rapidamente.
«Ma anche conoscere le condizioni che predispongono all’infarto è importantissimo, perché permette di tenersi meglio sotto controllo», sottolinea Fiorentini. Tra i fattori che favoriscono l’infarto ci sono:
- Familiarità: sono maggiormente a rischio le persone che hanno parenti stretti con problemi coronarici. A loro si consiglia una visita dal cardiologo almeno una volta all’anno.
- Colesterolo: sono molecole di grasso che, accumulandosi, possono ostruire le arterie impedendo l’afflusso di sangue. Il colesterolo “cattivo” (LDL) non deve superare i 100 mg/dl (milligrammi per decilitro di sangue).
- Fumo: danneggia le pareti delle arterie favorendo il deposito di grasso. Contribuisce inoltre all’aggregazione delle piastrine e alla formazione di trombi.
- Ipertensione arteriosa: una pressione alta può provocare un ispessimento delle pareti cardiache. Se la massima supera i 140 aumenta il rischio di infarto e problemi cardiovascolari.
- Freddo: è un vaso costrittore naturale; basse temperature nei soggetti ipertesi aumentano ancora di più la pressione sanguigna.
- Stress e depressione: è appurato ormai che tra cuore e cervello esiste una connessione molto stretta. Stress costante, stati depressivi o grossi dispiaceri possono condizionare negativamente la salute del cuore.
Per saperne di più, leggi l'intervista al Prof. Cesare Fiorentini sul settimanale Nuovo
E, a proposito di dolore toracico, il Centro Cardiologico Monzino ha collaborato con Corriere.it per la realizzazione di una speciale app. Uno strumento interattivo, gratuito e a disposizione di tutti, che aiuta a conoscere meglio il dolore toracico per capire quando questo sintomo deve metterci in allarme: vai alla app