Freddo, cosa succede al cuore?
Consigli per i cardiopatici
Più si abbassano le temperature, più aumentano le possibilità di andare incontro a infarto. Una recente ricerca condotta dalla dottoressa Shuangbo Liu dell’University of Manitoba a Winnipeg, in Canada, su 1.800 pazienti cardiopatici lo ha quantificato in modo dettagliato: ogni volta che la colonnina di mercurio scende di dieci gradi la probabilità di un attacco cardiaco grave aumenta del 7 per cento.
Ma perché il freddo è nemico del cuore e, soprattutto, cosa possiamo fare per contrastarne i rischi?
Nicoletta Carbone lo ha chiesto al professor Piero Montorsi, Responsabile U.O. Cardiologia Invasiva 2 del Centro Cardiologico Monzino in uno speciale di Obiettivo Salute.
Le basse temperature provocano un restringimento delle arterie: in termini tecnici noi medici lo definiamo “vasocostrizione”. Questo fenomeno può interessare in particolare le coronarie, le arterie che portano sangue al cuore: il diametro dei vasi sanguigni tende a ridursi e di conseguenza trasporta meno sangue ai tessuti.
Se ciò si verifica in una persona in cui la malattia coronarica è già in qualche misura presente - per esempio in chi ha già avuto un episodio di infarto o ha subito interventi di angioplastica - la vasocostrizione può essere più spiccata rispetto a una persona sana, e da qui il rischio di andare incontro a un evento cardiaco.
Che fare dunque? Due consigli:
- Evitare di fare attività fisica all’aperto, esposti alle basse temperature, perché l’esercizio può mettere ulteriormente sotto stress un cuore già in difficoltà per il freddo
- Evitare di esporsi al freddo e non dimenticare mai di tenere le estremità del corpo al riparo con calze adeguate, guanti, cappello. Può sembrare banale, ma coprirsi bene e farlo con intelligenza è importante: chi soffre di malattie cardiovascolari ha anche le arterie periferiche più sensibili.