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Aneurisma dell'aorta addominale: da cosa dipende, come si cura, le novità dalla ricerca

Tutto quello che c'è da sapere su una patologia «silenziosa», ma prevenibile

22 Marzo Mar 2022 0000 one year ago

L’aneurisma è una dilatazione permanente e localizzata di un’arteria, con un aumento del diametro superiore al 50% rispetto alle dimensioni originarie. Nella maggior parte dei casi gli aneurismi si verificano nel distretto aortico-addominale e, purtroppo, non danno particolari sintomi. Vengono per lo più scoperti occasionalmente, nel corso di esami diagnostici o di screening effettuati per altre motivazioni. Ogni anno in Europa vengono diagnosticati circa 220.000 nuovi casi di aneurisma, di cui 84.000 solo in Italia dove la rottura di aneurisma dell’aorta addominale è fatale, ogni anno, per circa 6.000 persone.

Come si fa a prevenire una patologia così «silenziosa»? E, in caso di familiarità per aneurisma, ci sono dei test genetici per sapere se si è a rischio?

Spiega tutto il Dottor Piero Trabattoni, Responsabile dell'Unità di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare del Centro Cardiologico Monzino

Cause e fattori di rischio

Gli aneurismi sono dovuti a un processo degenerativo multifattoriale, in parte attribuibile all’aterosclerosi, in parte a molteplici altre cause, oggetto di numerosi studi. I fattori di rischio dell’aneurisma sono quelli associati principalmente all’aterosclerosi e quindi: età avanzata, sesso maschile, fumo, ipertensione, obesità addominale, predisposizione genetica, ridotti livelli di colesterolo HDL e patologia coronarica. Il sesso maschile è tre volte più colpito del sesso femminile.

Screening, che fare?

Attualmente l’ecocolorDoppler è l’esame diagnostico più efficace per lo screening: è infatti poco costoso, non invasivo, di facile accesso e permette di valutare i diametri dell’arteria nei vari distretti, la morfologia della parete arteriosa, l’eventuale presenza e composizione del trombo e, tramite l’analisi flussimetrica, la tipologia di flusso all’interno del vaso. L’esame è raccomandato in particolare nei soggetti di sesso maschile di età maggiore ai 65 anni e, indipendentemente dall’età, in particolari sottogruppi di pazienti ad alto rischio: fumatori e chi ha familiarità per aneurisma addominale.

Se l’esame evidenzia la presenza di aneurisma

Quando la patologia viene diagnosticata è indicato un monitoraggio dei fattori di rischio e un attento controllo dei valori di pressione arteriosa, che se non fosse ottimale, necessita un trattamento appropriato.

Chirurgia: non sempre è necessaria

Non sempre l’aneurisma richiede una correzione chirurgica. Infatti quando la patologia è diagnosticata agli esordi e la dilatazione dell’aorta non raggiunge dimensioni considerate a rischio per rottura, il paziente viene arruolato in un programma di follow-up strumentale con semplice ecografia addominale con cadenza annuale. Qualora il diametro trasverso massimo dell’aorta dovesse essere pari o superiore ai 5 cm (normalmente il diametro aortico dell’aorta addominale è tra i 2 e i 2,5 cm) c'è indicazione all'intervento, che può essere eseguito con chirurgia tradizionale o con tecnica mini-invasiva endovascolare.

La ricerca è al lavoro

Recentemente diverse ricerche si sono concentrate nell’identificare le alterazioni genetiche che predispongono alla formazione di aneurismi. Questo permetterebbe di individuare con anticipo le persone a rischio tramite un test su DNA. Quelli finora eseguiti, tuttavia, sono ancora nella fase sperimentale e, pur fornendo risultati promettenti, non sono stati standardizzati su vasta scala e non possono ancora essere utilizzati. Molteplici ricerche sono inoltre focalizzate sull’identificazione di parametri oggettivi che, speriamo, potranno permettere in un prossimo futuro una “medicina preventiva personalizzata”. Per esempio, alcuni studi condotti proprio al Monzino sulla patogenesi dell’aneurisma, hanno mostrato un’influenza del grasso perivascolare (il tessuto adiposo che riveste l’aorta) sulla progressione della patologia, evidenziando una verosimile partecipazione della componente autoimmune.