Come usiamo i fondi del 5x1000

Nel 2017 (ultimi dati disponibili) oltre 20.000 persone hanno deciso di destinare il loro 5 per Mille al Monzino (il 10% in più! rispetto a due anni prima), contribuendo in maniera generosa e significativa alla lotta che vede ogni giorno coinvolti medici e ricercatori: la lotta contro le malattie cardiovascolari.

Con i fondi raccolti negli anni precedenti abbiamo finanziato importanti progetti di innovazione clinica e progetti di ricerca, studi clinici e progetti di medio-lungo termine.


Tra i progetti:

1. Biomarcatori predittivi di eventi cardiaci

2. Studi di proteomica e metabolomica per la definizione di meccanismi rilevanti nelle malattie cardiovascolari

3. Modelli di prevenzione primaria e primordiale dell’aterosclerosi

4. Rapporti cuore cervello nella malattia cardiovascolare

5. Impiego di cellule staminali per riparare il cuore e i vasi

6. Studio dei meccanismi di fragilità nell’anziano


Alcuni progetti di ricerca che il Monzino ha portato avanti grazie al 5x1000

"L’ammontare dei fondi attribuiti al Centro Cardiologico Monzino grazie alle firme del 5 x 1000 nel 2016 (i fondi vengono erogati in media due anni dopo l’anno fiscale nel quale le persone hanno concesso la propria firma), è stato utilizzato per finanziare o co-finanziare sei grandi progetti di ricerca.

Uno l’abbiamo chiamato “Epifania”. Si tratta di un progetto strategico per il Monzino, che ha l'obiettivo di identificare le persone che pur non avendo subito un evento cardiovascolare hanno caratteristiche tali che potrebbero metterli a rischio di svilupparne uno nel futuro (sono i cosiddetti pazienti a rischio intermedio). Per scoprire come individuare questi pazienti, e riuscire quindi a proteggerli meglio con una prevenzione adeguata, abbiamo creato un gruppo nel quale lavorano insieme cardiologi che si occupano di diagnostica per immagini, cardiologi interventisti e ricercatori biologi, biotecnologi e genetisti.

Utilizzando degli approcci che si basano sulle biotecnologie, sulla genetica, sulla trascrittomica, possiamo individuare nel sangue circolante dei biomarcatori che, se presenti in un determinato paziente, ci possono avvertire in anticipo del rischio che questo corre di subire un evento cardiovascolare.

Una parte di questo progetto si è concluso, ma ha generato altre linee di ricerca che, se avremo altri fondi dal 5 per 1000, senz’altro seguiremo per vedere non solo i fattori che ci avvertano della malattia aterosclerotica, ma anche i fattori che possono proteggerci dalla malattia stessa e quindi dallo sviluppare un infarto.

Accanto a questo progetto, altri cinque più o meno grandi sono stati avviati. Uno, per esempio, riguarda lo studio di possibili biomarcatori la cui presenza nel sangue ci avverta del rischio del paziente di sviluppare una malattia delle valvole del cuore, in particolare una stenosi della valvola aortica. Un altro progetto, condotto da giovani ricercatori, studia le differenze tra le piastrine che circolano nel sangue dei pazienti con malattia coronarica, rispetto a quelle dei soggetti sani. E anche questo filone di indagine ci permette di cercare delle “spie” di possibili future malattie.

Ora, non è che i ricercatori si siano trasformati in agenti segreti. Ma, di fatto, quello che facciamo ogni giorno, anche con i fondi derivanti dal 5 per 1000, è di cercare tutti gli elementi che possono consentirci di definire il rischio cardiovascolare delle persone, in modo da poter prevenire lo sviluppo di malattia con terapie adeguate". (Prof. Elena Tremoli, Direttore Scientifico del Monzino)

La priorità del prossimo anno riguarderanno l’acquisizione di nuovi strumenti per la visualizzazione del cuore e dei vasi, il supporto di studi nell’ambito della prevenzione dall’età giovanile sino all’anziano fragile e la realizzazione di nuovi laboratori sia di ricerca applicata che clinici per la cura della malattia coronarica e dei disturbi del ritmo.


Grazie di cuore a chi si è schierato con noi (e continua a farlo)!