Si può fare sport con un soffio al cuore?
Risponde Cesare Fiorentini, Direttore Sviluppo Area clinica
Ho 22 anni e ho scoperto di avere un piccolo soffio al cuore congenito. Mi hanno detto che sarebbe necessario curarlo a 45-50 anni. Mi sono iscritta in palestra, posso comunque fare sport? Pesi leggeri? Il mio medico di base mi ha detto che non c'è problema.
Un soffio al cuore, considerata anche la sua giovane età, deve essere approfondito in modo completo e da tutti i punti di vista. Suppongo siano stati già eseguiti alcuni esami strumentali che hanno fornito a un cardiologo gli elementi per definire il suo soffio «piccolo» e «congenito» -afferma Cesare Fiorentini, Direttore Sviluppo Area Clinica del Centro Cardiologico Monzino-. Tuttavia, se già non li avesse fatti, consiglierei di eseguire anche un elettrocardiogramma da sforzo e un ecocardiogramma color-doppler. Questi due test infatti sono punti fermi sia per un adeguato approfondimento della diagnosi, sia per rispondere ai suoi dubbi circa la possibilità di praticare sport.
Il soffio al cuore è il fenomeno, rilevabile dall’orecchio umano, che si crea quando il sangue scorre a un’elevata velocità. Questo può verificarsi perché una valvola del cuore è ristretta (stenosi) o non è in grado di chiudersi correttamente. Si creano così alcune vibrazioni, che vengono trasmesse meccanicamente alla superficie del torace, e il medico percepisce il cosiddetto soffio. Queste vibrazioni tuttavia possono anche essere ascoltate in assenza di patologia, per esempio se il torace del soggetto è molto sottile, oppure se il sangue scorre velocemente per ragioni contingenti, per esempio durante un episodio febbrile. Si parla in questi casi di soffio «innocente», di frequente riscontro in particolare tra i giovani e non espressione di patologia.
È fondamentale dunque la valutazione del medico, in grado di distinguere il soffio «innocente» da quello patologico, eventualmente servendosi di esami di approfondimento, primo fra tutti l’ecocardiogramma. Una volta accertata l’«innocenza» o la scarsa rilevanza clinica del soffio, non ci sono problemi per l’eventuale pratica sportiva - conclude il professor Fiorentini.
Questa risposta è pubblicata sul sito di Fondazione Umberto Veronesi, nella sezione "L'esperto risponde"