Chemioterapia? Più attenzione al cuore
Novità dalla ricerca IEO-Monzino
La sopravvivenza dei malati di tumore è aumentata significativamente negli ultimi 25 anni anche grazie agli straordinari progressi delle terapie antitumorali. Tuttavia alcuni agenti chemioterapici - in particolare le antracicline, ancora oggi molto utilizzate - sono potenzialmente “cardiotossici” e possono dunque comportare lo sviluppo di cardiomiopatie, influenzando la qualità della vita e la prognosi dei pazienti.
La manifestazione più tipica della cardiotossicità indotta dalle antracicline è lo sviluppo di una disfunzione ventricolare sinistra, che col tempo può evolvere verso lo scompenso cardiaco conclamato.
Questa forma di cardiopatia può essere caratterizzata da un aumento della fibrosi, che rende il cuore poco responsivo alla comune terapia anti-scompenso. Le tecniche di diagnostica disponibili non hanno mai reso possibile identificare e quantificare facilmente la fibrosi in questi pazienti.
Almeno fino ad oggi. L’Unità di Cardioncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), responsabile dr.ssa Daniela Cardinale, in collaborazione con l’Unità di RM cardiaca del Centro Cardiologico Monzino, responsabile dr. Gianluca Pontone, ha avviato uno studio che si propone di definire il ruolo della fibrosi miocardica nella cardiotossicità da antracicline e la sua possibile rilevanza clinica e funzionale, grazie anche all’impiego di un’innovativa tecnica di Risonanza magnetica cardiaca, applicata al Centro Cardiologico Monzino.
Il progetto di ricerca prevede nell’arco di un anno l’arruolamento di 100 pazienti che abbiano sviluppato disfunzione cardiaca durante o dopo terapia antitumorale con antracicline. Lo studio consentirà di approfondire le conoscenze sul ruolo della fibrosi miocardica nella cardiotossicità da antracicline, su nuovi possibili marcatori biochimici di fibrosi e sull’indicazione all’associazione alla terapia classica dello scompenso cardiaco di farmaci per prevenire la fibrosi sin dalle prime fasi della terapia.
Integrare le nostre ricerche con i colleghi dell’Unità di Cardioncologia IEO ci permette di valorizzare al meglio le sinergie di Gruppo: da un lato c’è una cardioncologia all’avanguardia internazionale, dall’altro un’unità operativa di risonanza magnetica esclusivamente dedicata alle più avanzate tecniche del mapping cardiovascolare Il mapping rappresenta oggi il mezzo più avanzato per la caratterizzazione tissutale del tessuto miocardico, al punto da essere considerato una sorta di ‘biopsia in vivo’ dei tessuti. Non c’è dubbio che avrà un ruolo decisivo nell’imaging cardiaco del futuro.