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Protesi valvolari cardiache: come ottimizzare la valutazione di follow-up

Il documento 2016 della EACI sull’imaging multimodale delle PHV è ancora l'unico riferimento condiviso a livello internazionale.

10 Aprile Apr 2017 0000 8 years ago

Negli ultimi 50 anni sono state effettuate circa 4 milioni sostituzioni di protesi valvola cardiaca (PHV), l'unico trattamento definitivo per la maggior parte dei pazienti con cardiopatia valvolare grave. Ed entro il 2050, il numero totale di sostituzioni valvolari attese sarà di oltre 850.000 l'anno.

I pazienti sottoposti di recente a sostituzione valvolare non dovrebbero essere considerati “guariti”, e richiedono al contrario un'attenta e, quando necessario, frequente follow-up ecocardiografico. Le disfunzioni (stenosi o rigurgiti) delle protesi valvolari cardiache sono infatti rare, ma potenzialmente pericolose per la vita. Anche se spesso è impegnativo, stabilirne l’esatta eziologia è quindi essenziale per determinare la strategia di trattamento più appropriata.

A volte, l’eco transtoracica (TT) o transesofagea (TE) 2D/3D non sono risolutive e possono rendersi necessari ulteriori approcci di imaging. Nella pratica clinica, un approccio globale che integri i diversi parametri morfologici con quelli funzionali valutati con eco TT e TE 2D/3D è fondamentale per rilevare in modo corretto e per quantificare la disfunzione della protesi. Da questo punto di vista, le opzioni a disposizione per la diagnosi e la gestione delle complicanze PHV sono numerose e potenzialmente complementari tra loro: la cine-fluoroscopia, la TC multidetettore, la RM cardiaca, e, in misura minore, l'imaging nucleare.

La European Association of Cardiovascular Imaging, con la partecipazione dei massimi esperti della materia, tra i quali il Coordinatore dell’Area Imaging cardiovascolare del Monzino, Dr. Mauro Pepi, ha pertanto elaborato un documento di raccomandazioni per l'uso dell’imaging in multimodalità per la valutazione delle PHV, che sono a tutt'oggi il primo e unico documento internazionale condiviso sull'argomento.

Oggi, l’imaging dispone di un numero crescente di opzioni tecnologicamente sempre più avanzate, e un approccio mutimodale è, per così dire, obbligatorio. Quello che abbiamo fatto, è stato introdurre nuovi algoritmi per aiutare i medici a identificare e quantificare la disfunzione di una protesi valvolare, così da ottimizzare la gestione del paziente e migliorarne la prognosi. Un dato particolarmente significativo: è la prima volta che un documento come questo, elaborato dal nostro gruppo europeo dell’ESC, viene approvato anche dalla Società cinese di ecocardiografia, dalla Inter-American Society of Echocardiography, e dal Dipartimento brasiliano of Cardiovascular Imaging.

Dr. Mauro Pepi

Riferimento bibliografico

  1. Lancellotti P, Pibarot P, Chambers J, Edvardsen T, Delgado V, Dulgheru R, Pepi M, Cosyns B, Dweck MR, Garbi M, Magne J, Nieman K, Rosenhek R, Bernard A, Lowenstein J, Vieira ML, Rabischoffsky A, Vyhmeister RH, Zhou X19, Zhang Y, Zamorano JL, Habib G. Recommendations for the imaging assessment of prosthetic heart valves: a report from the European Association of Cardiovascular Imaging endorsed by the Chinese Society of Echocardiography, the Inter-American Society of Echocardiography, and the Brazilian Department of Cardiovascular Imaging. Eur Heart J Cardiovasc Imaging. 2016 May 3. pii: jew025. [Epub ahead of print]

Immagine in alto: Protesi valvolare meccanica normale in posizione mitralica. Aspetto ecocardiografico transesofageo 2D e 3D. A-D: lembi valvolari aperti in prospettiva atriale. E-H: lembi valvolari chiusi in prospettiva atriale. I-J: ricostruzione volumetrica cardio TC dei lembi valvolari (I= aperti, e J= chiusi) in prospettiva ventricolare. (Fonte: 1)