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Effetto protrombotico del fumo di sigaretta: focus sul BDNF

Un nuovo studio condotto dal Centro Cardiologico Monzino, fornisce la prima evidenza di un meccanismo attraverso il quale il fumo di sigaretta favorisce l’aterotrombosi, inducendo l'attivazione piastrinica.

9 Gennaio Gen 2017 0000 8 years ago
  • SIlvia S. Barbieri, Elena Trmoli

L'effetto nocivo del fumo di sigaretta sulla salute cardiovascolare è ormai ben noto, ma i meccanismi molecolari con cui il fumo contribuisce all’eziologia delle malattie cardiovascolari non lo sono altrettanto.

Si sa che il fumo contribuisce allo sviluppo e alla progressione della malattia coronarica modulando i processi pro-infiammatori, anti-fibrinolitici e pro-coagulanti, aumentando l'espressione del tissue factor (TF) nei monociti del sangue, favorendo gli stati pro-trombotici, e aumentando i livelli plasmatici del fattore neutrofico di derivazione cerebrale (brain-derived neurotrophic factor, BDNF).

Il BDNF è un membro della famiglia dei fattori di crescita neuronali coinvolto nella sopravvivenza, crescita e maturazione dei neuroni, e recentemente è emerso anche un suo importante ruolo a livello dell’apparato cardiovascolare, come potenziale anello di collegamento tra infiammazione, trombosi e aterosclerosi. In BDNF è infatti immagazzinato anche negli alfa-granuli delle piastrine, dai quali viene rilasciato in seguito ad attivazione.

Studi precedenti hanno dimostrato che l'esposizione al fumo di tabacco e/o alla nicotina aumenta il BDNF nel Sistema Nervoso Centrale, al contrario, l'effetto del fumo sui livelli di BDNF circolante è tuttora controverso, e la funzione del BDNF nell'aterotrombosi non era ancora, fino a ieri, pienamente compresa.

Ora, un nuovo studio del Monzino e del Dipartimento di Scienze farmacologiche e biologiche dell’Università di Milano, in collaborazione con la Division of Hematology-Medical Oncology del Weill Cornell Medical College di New York, – condotto su 12 soggetti non fumatori e 29 fumatori, tutti di genere maschile ed età compresa tra 33 e 60 anni, senza fattori di rischio cardiovascolare, – mostra che:

  • se trattate con estratto acquoso di fumo di sigaretta (CSE), le piastrine rilasciano BDNF in un rapporto dose-dipendente;
  • incubando monociti umani con BDNF o con il surnatante di piastrine attivate con CSE, si osserva un aumento dell'attività del tissue factor mediata dal legame con il suo recettore specifico TrkB (recettore Tropomiosina chinasi B);
  • nel plasma nel plasma di fumatori attivi si osserva un significativo aumento sia dell'attività del tissue factor associata a microparticelle (MP-TF) sia dello stesso BDNF, al contrario nel siero il BDNF si comporta in modo opposto.

Nel complesso, questi risultati suggeriscono che il BDNF aumenta l'attività del tissue factor in monociti agendo attraverso il recettore TrkB, e che il fumo di sigaretta può favorire uno stato pro-aterosclerotico inducendo un rilascio dose-dipendente di BDNF dalle piastrine simile a quello riportato da altri Autori con trombina, collagene o shear stress", commenta Silvia S Barbieri, Staff Scientis dell’Unità di Trombosi Sperimentale e Imaging in vivo del Centro Cardiologico Monzino e leading author dello studio pubblicato.

Si tratta della prima evidenza di un nuovo meccanismo attraverso il quale il fumo, inducendo l'attivazione piastrinica, favorisce l’aterotrombosi.

Silvia S. Barbieri

Riferimenti

  1. Amadio P, Baldassarre D, Sandrini L, Weksler BB, Tremoli E, Barbieri SS. Effect of cigarette smoke on monocyte procoagulant activity: Focus on platelet-derived brain-derived neurotrophic factor (BDNF). Platelets. 2016 Aug 5:1-6. [Epub ahead of print]

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