Scompenso cardiaco: il ruolo più importante è quello del paziente
Giornate europee dello scompenso cardiaco. Una video intervista al prof. PierGiuseppe Agostoni
In questi giorni l’Europa celebra le Giornate dello Scompenso Cardiaco, una condizione invalidante che colpisce oltre un milione di persone in Italia ed è la causa di 500 ricoveri giornalieri.
Lo scompenso cardiaco si verifica quando il cuore non è più in grado di portare il sangue in maniera adeguata in tutto il corpo. E se non arriva abbastanza sangue ai tessuti e agli organi, questi non ricevono l’ossigeno e il nutrimento necessari per funzionare correttamente. Possono così comparire sintomi diversi come, ad esempio, difficoltà respiratorie, mancanza di fiato, spossatezza e affaticamento, al punto che anche abituali attività quotidiane diventano difficili da compiere.
Spesso i sintomi dello scompenso rischiano di non essere riconosciuti, o comunque di venire sottovalutati:
Sebbene lo scompenso cardiaco sia una malattia che ha origine dal cuore, interessa tutto l’organismo. Per questo può manifestarsi con sintomi molto diversi e che apparentemente hanno ben poco a che fare con il cuore, come il gonfiore alle gambe, per esempio, o disturbi digestivi, o difficoltà respiratorie
In questa video intervista il Prof. PierGiuseppe Agostoni, Responsabile dell’Unità di Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Monzino, chiarisce che cos’è esattamente lo scompenso cardiaco e perché sempre più persone ne soffrono. Ma, soprattutto, sottolinea il ruolo attivo del paziente spiegando cosa può fare per affrontare al meglio la malattia.