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Vaccini anti COVID-19, allo studio la modifica della sequenza della proteina Spike per prevenire i rischi di coagulopatie

Monzino partner di un progetto di ricerca internazionale per lo sviluppo della prossima generazione di vaccini anti COVID-19

12 Dicembre Dic 2022 0000 one year ago
  • MAURIZIO PESCE , SILVIA STELLA BARBIERI

I vaccini anti COVID-19 (SARS-CoV-2) hanno svolto e svolgono tutt’ora un ruolo fondamentale nel contenimento della pandemia. Proprio per questo è necessario continuare a fare ricerca su di essi, migliorandone l’efficacia e riducendone al minimo i rari effetti collaterali.

In quest’ottica, un decisivo contributo all’ottimizzazione della nuova generazione di vaccini giunge da un team di ricerca internazionale a cui partecipano due Unità di Ricerca del Monzino guidate dai Dr. Maurizio Pesce (Ingegneria tissutale cardiovascolare) e Silvia S. Barbieri (Asse cuore-cervello: meccanismi cellulari e molecolari), che stanno approfondendo il meccanismo con cui il virus può aumentare il rischio trombotico.

I dati, anticipati come ‘preprint’ su bioRxiv, ed inviati per la pubblicazione in extenso, indagano i processi di coagulopatia indotti dalla proteina Spike del SARS-CoV-2 gettando nuova luce sui meccanismi alla base delle trombosi osservate nel COVID-19.

L’équipe di ricerca, sottolineando l’importanza della vaccinazione nella lotta al COVID-19, spiega che le rare trombosi associate ai vaccini potrebbero essere prevenute modificando la sequenza della proteina Spike utilizzata per produrre i vaccini attualmente disponibili.

“Oltre ad identificare una nuova potenziale funzione trascrizionale della proteina Spike” – affermano Maurizio Pesce e Silvia S. Barbieri – “la comprensione di questi meccanismi potrebbe portare allo sviluppo di un vaccino di nuova generazione per il virus SARS-CoV-2. Infatti, i nostri risultati fanno luce sui meccanismi causa-effetto di alcuni rari eventi avversi da vaccino anti-SARS-CoV-2, e sono quindi essenziali per le campagne di vaccinazione e di richiamo, sia attuali che future.”

I risultati di questo studio conseguono dalle osservazioni pubblicate in un recente articolo su Science Advances.