Aneurisma dell’aorta addominale: quando la prevenzione è salvavita
Il Centro Cardiologico Monzino aderisce all’iniziativa di Fondazione Onda, in occasione della Giornata Mondiale per il Cuore
Il Monzino è tra gli ospedali del network dei Bollini rosa che aderiscono al primo Open day sull'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) promosso per il 29 settembre - Giornata Mondiale per il Cuore - da Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la prima causa di mortalità in Italia e nel mondo - sottolinea Onda - La buona notizia, però, è che una corretta informazione, prevenzione e diagnosi precoce possono cancellare questo primato. Da tale premessa nasce l’iniziativa dell’Open day, che si propone quest’anno di accendere i riflettori in particolare sulla prevenzione dell’aneurisma aortico addominale, una patologia ancora poco conosciuta e sottovalutata.
«L’aneurisma aortico addominale è una malattia insidiosa perché in genere è asintomatica, ma può essere facilmente diagnosticata e monitorata nel tempo per prevenire la complicanza più temibile che è la rottura dell’aorta. La prevenzione quindi è davvero salvavita» – spiega il Dottor Piero Trabattoni (nella foto), Responsabile della Chirurgia Vascolare ed Endovascolare del Centro Cardiologico Monzino.
Ma partiamo dall’inizio: cos’è esattamente l’aneurisma?
L’aneurisma è una dilatazione permanente e localizzata di un’arteria, con un aumento del diametro superiore al 50% rispetto alle dimensioni originarie. Nella maggior parte dei casi gli aneurismi si riscontrano nel distretto aortico-addominale e sono “silenziosi”, non danno particolari segnali della loro presenza. Per questo motivo vengono per lo più scoperti occasionalmente, nel corso di esami diagnostici o di screening effettuati per altre motivazioni. Ogni anno, solo in Italia, vengono diagnosticati circa 84.000 nuovi casi di aneurisma; la rottura di aneurisma dell’aorta addominale è fatale per circa 6.000 persone all’anno.
Quali sono le cause e i fattori di rischio?
Gli aneurismi sono dovuti a un processo degenerativo multifattoriale, in parte attribuibile all’aterosclerosi, in parte a molteplici altre cause, attualmente oggetto di numerosi studi. I fattori di rischio principali dell’aneurisma sono quelli associati principalmente all’aterosclerosi e quindi: età avanzata, sesso maschile, fumo, ipertensione, obesità addominale, predisposizione genetica, ridotti livelli di colesterolo HDL e patologia coronarica. Il sesso maschile è tre volte più colpito del sesso femminile.
Quali controlli bisogna fare?
Attualmente l’ecocolorDoppler è l’esame diagnostico più efficace per lo screening: è infatti poco costoso, non invasivo, di facile accesso e permette di valutare i diametri dell’arteria nei vari distretti, la morfologia della parete arteriosa, l’eventuale presenza e composizione del trombo e, tramite l’analisi flussimetrica, la tipologia di flusso all’interno del vaso. L’esame è raccomandato in particolare nei soggetti di sesso maschile di età maggiore ai 65 anni e, indipendentemente dall’età, in particolari sottogruppi di pazienti ad alto rischio: fumatori e chi ha familiarità per aneurisma addominale.
Se l’esame evidenzia la presenza di aneurisma, che fare?
Quando la patologia viene diagnosticata è indicato un monitoraggio dei fattori di rischio e un attento controllo dei valori di pressione arteriosa, che se non fosse ottimale, necessita un trattamento appropriato.
È sempre necessario sottoporsi a intervento chirurgico?
Non sempre l’aneurisma richiede una correzione chirurgica. Infatti quando la patologia è diagnosticata agli esordi e la dilatazione dell’aorta non raggiunge dimensioni considerate a rischio per rottura, il paziente viene arruolato in un programma di follow-up strumentale con semplice ecografia addominale con cadenza annuale. Qualora il diametro trasverso massimo dell’aorta dovesse essere pari o superiore ai 5 cm (normalmente il diametro aortico dell’aorta addominale è tra i 2 e i 2,5 cm) è indicata una TAC per la pianificazione dell’intervento di esclusione che può essere eseguito con chirurgia tradizionale o con tecnica mini-invasiva endovascolare.
Quali novità dalla ricerca?
Recentemente diverse ricerche si sono concentrate nell’identificare le alterazioni genetiche che predispongono alla formazione di aneurismi. Questo permetterebbe di individuare con anticipo le persone a rischio tramite un test su DNA. Quelli finora eseguiti, tuttavia, sono ancora nella fase sperimentale e, pur fornendo risultati promettenti, non sono stati standardizzati su vasta scala e non possono ancora essere utilizzati.
Molteplici ricerche sono inoltre focalizzate sull’identificazione di parametri oggettivi che, speriamo, potranno permettere in un prossimo futuro una “medicina preventiva personalizzata”.
Per esempio, alcuni studi condotti proprio al Monzino sulla patogenesi dell’aneurisma, hanno mostrato un’influenza del grasso perivascolare (il tessuto adiposo che riveste l’aorta) sulla progressione della patologia, evidenziando una verosimile partecipazione della componente autoimmune.