COVID-19: un’attenzione speciale alle persone con diabete
Appello del Centro Cardiologico Monzino per la Giornata Mondiale del Diabete: non interrompete le cure
In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, che si celebra il 14 novembre, il Centro Cardiologico Monzino vuole sottolineare l’importanza di garantire la continuità di cura per chi soffre di questa malattia. Un messaggio fondamentale soprattutto ora, in epoca Covid. «La pandemia infatti ha causato, in molti casi, una brusca interruzione delle cure dei pazienti con malattie croniche, che si sono spesso auto-isolati per paura del contagio. Ma con il diabete non possiamo permetterci di abbassare la guardia, anche perchè sappiamo che se un paziente diabetico si ammala di Covid-19 va incontro a un rischio maggiroe di sviluppare complicanze» - dichiara il Dr. Stefano Genovese (nella foto) responsabile dell’Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche.
Diabete e malattie cardiovascolari
Il diabete colpisce 4 milioni di italiani, nei quali il rischio cardiovascolare è maggiore. La loro possibilità di avere un infarto o ictus è da 2 a 4 volte maggiore rispetto al resto della popolazione. “Tra diabete e malattie cardiovascolari esiste una relazione pericolosa, quasi che un problema alimentasse l’altro, generando meccanismi molto complessi che devono essere gestiti necessariamente in modo multidisciplinare e soprattutto con continuità” spiega il Dott. Genovese.
Cos’è cambiato con l’arrivo della pandemia da Covid-19
L’allarme diabete è scattato al Monzino quando i primi dati del Centre for Disease Control (USA) e del nostro Istituto Superiore Sanità hanno rivelato che fra i pazienti ricoverati e deceduti per Covid-19, il 30% soffriva di diabete. Altro fattore preoccupante è che il diabete è caratterizzato dalla comorbidità, cioè dalla compresenza di altre malattie, come l’ipertensione, la dislipidemia, l’obesità, l’aterosclerosi e le disfunzioni renali. L’urgente necessità di un approccio multidisciplinare è risultata subito evidente e altrettanto chiaro è stato il bisogno di trovare il modo di continuare ad assistere i nostri pazienti con diabete, nonostante le limitazioni di accesso all'ospedale imposte dalla pandemia.
Gestire il diabete da casa grazie alla Telemedicina
«Per questo - spiega Genovese - è diventato fondamentale sviluppare al massimo la Telemedicina, così da mettere le persone con diabete nella posizione di poter gestire la loro malattia da casa. Il Monzino, del resto, è stato un pioniere in Italia nel monitoraggio domiciliare del paziente cardiovascolare e nell'applicazione di nuove tecnologie per la cura "a distanza", ci siamo così messi all'opera per poter declinare questo servizio ai pazienti dell’Unità di Diabetologia. Da marzo 2020 ad oggi sono stati seguiti in Telemedicina quasi 300 pazienti. Contiamo che il nostro modello venga esteso ad altri centri sul territorio, perché crediamo che tutto il sistema sanitario debba evolversi verso la “telesalute” per assicurare la continuità di cura ed essere più vicini ai pazienti, soprattutto in periodo di pandemia».
Come si strutturano le televisite del Monzino
Le televisite sono eseguite con un dispositivo di videochiamata integrato con la cartella clinica elettronica di diabetologia; il giorno prima della televisita programmata, il paziente o il suo care-giver invia la documentazione clinica che viene digitata in cartella dagli infermieri di diabetologia. Al termine della televisita viene redatto un referto con le eventuali prescrizioni di farmaci ed esami che sono inviati con email criptata al paziente. «Abbiamo avuto modo di riscontrare - conclude Genovese - che le televisite sono state molto apprezzate dai nostri pazienti: soprattutto in questo periodo, poter essere seguiti a casa propria senza dover recarsi in ospedale rappresenta un valore. Inoltre, la possibilità di interagire con medici e infermieri in telechiamata riesce a metterli a loro agio perché in questo modo “vedono” l’interlocutore. La nostra esperienza ci ha reso sempre più convinti che la digitalizzazione, la telemedicina insieme alle cure integrate rappresentino il futuro per la gestione ottimale dei pazienti con malattia cronica».