Coronavirus e farmaci per il cuore: bisogna cambiare terapia?
È vero che Ace-inibitori e sartani possono favorire l’infezione da Covid-19? Facciamo chiarezza
In questi giorni sono circolate informazioni su possibili interferenze tra Coronavirus e alcuni farmaci antipertensivi e utilizzati nello scompenso (ACE-inibitori e sartani). Moltissime persone si sono rivolte a noi con dubbi sulla prosecuzione della loro terapia, in particolare ci è stato chiesto per pazienti che, per età e comorbidità, possono essere più fragili.
Le Società Scientifiche hanno convenuto che questi farmaci non vanno sospesi: la terapia cardiologica va mantenuta scrupolosamente, come chiarisce anche sul Forum di cardiologia di Corriere.it il Dr. Massimo Mapelli Specialista dell'Unità Scompenso e Cardiologia Clinica del Monzino.
Gli ace-inibitori (ACE-I) e gli antagonisti dell'angiotensina (più noti come sartani) sono farmaci molto diffusi nella popolazione, rappresentano infatti una delle terapie cardine di malattie altamente frequenti, come ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, cardiopatia post-infartuale e nefropatia diabetica, solo per citare le principali. Di recente, uno studio pubblicato su una famosa rivista medica (“Cell”) ha dimostrato come il nuovo coronavirus utilizzi un sito di ingresso nelle nostre cellule (e quindi nei nostri polmoni!) in buona parte dipendente da una variante di quell'enzima su cui agiscono gli ACE-inibitori e i sartani. Da qui il timore che questi medicinali possano in qualche misura favorire l’infezione da nuovo coronavirus e aggravarne la prognosi, anche sulla base dell’evidenza che l'ipertensione arteriosa è molto comune tra i pazienti COVID-19 attualmente più gravi e a rischio di complicanze. Occorre tuttavia estrema cautela. Innanzitutto lo studio citato non porta evidenze derivate da studi clinici o epidemiologici, ma solamente “ipotesi molecolari verificate con studi in vitro”, come ha sottolineato anche l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, in questi giorni. Il fatto poi che le terapie intensive del nostro paese siano popolate da pazienti ipertesi potrebbe essere solo un indicatore del fatto che si tratta di soggetti più anziani, vista anche la diffusione della pressione alta nella popolazione generale.
Nella letteratura scientifica inoltre compaiono opinioni perlopiù contradditorie in relazione ad ACE-I e sartani in quest'ambito: secondo alcuni autori tali farmaci potrebbero essere addirittura potenzialmente protettivi nei confronti di possibili infezioni e complicanze; un recente studio clinico sulla popolazione cinese (sebbene purtroppo con un basso numero di soggetti) non ha dimostrato una correlazione tra terapia con ACE-I e mortalità o complicanze in soggetti affetti da polmonite da COVID-19.
Certo, ci troviamo dinnanzi a un problema tutto nuovo in cui salde e comprovate evidenze scientifiche ancora quasi non esistono, ma di sicuro non abbiamo motivazioni sufficienti per consigliare ai pazienti di cambiare la loro terapia cardiologica. La Società Italiana di Cardiologia e la Società Italiana di Ipertensione arteriosa hanno emanato a questo proposito comunicati ufficiali in cui sconsigliano una modifica della terapia con ACE-I o sartanici (sia in termini di sospensione che di inizio) solo sulla base dell'epidemia virale in corso, rimarcando come sospendere questi farmaci in soggetti a rischio, ad esempio quelli affetti da scompenso cardiaco, sia potenzialmente dannoso.
Nuovi studi in un futuro non lontano ci aiuteranno a fare chiarezza sulle tante sfaccettature di questo virus, ma nel frattempo non ci rimane che affrontare problemi grandi affidandoci alle cose più semplici, ma anche più certe: laviamoci spesso le mani, rispettiamo le regole di distanziamento sociale e proteggiamo i nostri familiari da ogni fonte di contagio. È un tempo faticoso in cui, oltre a prendere le pastiglie, dobbiamo fare il nostro dovere.
Lo suggeriva già Albert Camus nel secolo scorso, con parole che oggi risuonano più attuali che mai:
"Il microbo, è cosa naturale. Il resto, la salute, l’integrità, la purezza, se lei vuole, sono un effetto della volontà e d’una volontà che non si deve mai fermare"