Il Monzino al New York Cardiovascular Symposium dell’ACC
Al più importante corso dell’American College of Cardiology, Daniele Andreini discute sulla nuova frontiera dell’approccio non invasivo alla placca aterosclerotica.
Al New York Cardiovascular Symposium dell’American College of Cardiology, – forse il corso residenziale più importante dell’American College of Cardiology, con oltre 2.000 partecipanti e una rosa di relatori di primissimo piano – tenutosi nella Grande Mela dal 6 all’8 dicembre 2019, il Prof. Daniele Andreini, Responsabile dell’UO Radiologia e TC cardiovascolare del Monzino, è stato invitato a moderare una delle sessioni di apertura, dal titolo significativo: Evolving new frontiers: ready for practice, e a tenere una relazione sull’angio TC nell’approccio non invasivo alla placca aterosclerotica nelle coronaropatie.
Uno degli assi della sua relazione è stato appunto rappresentato dalle potenzialità dell’imaging TC per lo studio della composizione della placca. Perché, come recita una delle sue ultime slide, l'era della valutazione clinica del rischio di un evento cardiovascolare potrebbe presto essere soppiantata dall'era dell'imaging dell'aterosclerosi.
Per noi è un privilegio che il Prof. Andreini sia stato chiamato a moderare una sessione di un Simposio come il NYCVS dell’ACC, diretto da un’autorità come Valentin Fuster, su uno dei temi più scottanti, vale a dire la capacità di valutare le coronarie con la TC. L’invito, oltre che alla presenza internazionale di Andreini, è senz’altro dovuto allo straordinario volume di lavori scientifici prodotti dal Monzino proprio sull’imaging non invasivo.
Del resto, non è strano che in un meeting formativo così importante di Cardiologia generale l’American College of Cardiology abbia riservato all’imaging e specificamente alla TC coronarica uno spazio tanto rilevante: infatti, come è stato messo in risalto proprio al Simposio, nel prossimo futuro la gestione clinica dei pazienti sarà sempre più imaging guided, per destinare il trattamento invasivo, in modo sempre più mirato, alle condizioni ad alto rischio. Lo dimostra uno degli altri temi oggetto di dibattito nella sessione del Simposio di New York moderata da Daniele Andreini, l’ISCHEMIA Trial, lo studio randomizzato più ampio e meno biased sull’argomento, discusso dalla sua p.i. Judith Hochman. I risultati assegnano alla TC un ruolo sempre più centrale, in particolare nei pazienti non anginosi, con malattia coronarica stabile e senza interessamento del tronco comune, nei quali l’approccio conservativo della terapia medica ottimizzata sembra sempre più rilevante.