Imaging cardiovascolare: i tempi sono maturi per un salto di qualità multimodale
Un nuovo documento della Task Force sull’Imaging multimodale dell’EACVI per la selezione delle modalità più appropriate di imaging nei diversi scenari clinici e per la formazione degli operatori.
L'imaging del cuore e delle strutture correlate si è evoluto con estrema rapidità negli ultimi decenni, con la progressiva introduzione di molte nuove tecnologie: dalla radiologia e dall'ecocardiografia, alla risonanza magnetica cardiaca (cardio-RM) e alla tomografia computerizzata cardiaca (cardio-CT), per arrivare alla cardiologia nucleare (tomografia ad emissione di un singolo fotone e tomografia a emissione di positroni, PET). Fino a oggi, la loro implementazione nella pratica clinica è dipesa più dai tempi della disponibilità effettiva di ciascuna tecnologia che da una valutazione della relativa efficacia, caso per caso. Ma è ormai del tutto evidente che la migliore assistenza clinica richiederà, quanto prima, l’uso appropriato e integrato di più modalità di imaging.
Per favorire questo obiettivo, nel miglior interesse dei pazienti, è stato appena pubblicato sulla rivista della European Heart Association un nuovo statement, che definisce una serie di principi di base sui temi chiave, in particolare la selezione delle modalità di imaging nei diversi scenari clinici e la formazione degli operatori. Si tratta di un importante documento sulla vision futura dell’imaging multimodale da parte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e Associazione Europea di Imaging Cardiovascolare (EACVI). Tra i firmatari del paper, accanto ad autorevoli personalità del mondo dell’imaging, tra cui due presidenti ESC e quattro presidenti EACVI, figura anche Gianluca Pontone, Responsabile UO RM del Monzino. Il documento è stato elaborato da una speciale task force (la Task Force on Multimodality Imaging, TFMMI), istituita in agosto 2017 per rappresentare le competenze chiave e gli opinion leader nell’imaging cardiovascolare.
Stiamo parlando dell’imaging multimodale (multimodality imaging), definito come imaging del cuore basato sul paziente, sulla sua patologia e relativa presentazione clinica, mediante l’utilizzo di informazioni ricavate da una o più modalità di immagine, eseguite separatamente o in combinazione, in modo da offrire al paziente di volta in volta il test clinicamente più efficace, economico e tollerabile per il paziente.
Stando alle conclusioni del documento della Task Force, al fine di rendere effettiva l’integrazione, sarebbe opportuno che le differenti modalità imaging cardiovascolare (TC, RM, Eco, ecc) fossero inseriti in un modello integrato al fine di giungere a processi clinici decisionali efficaci.
Anche per ottimizzare questo processo, tutti gli specialisti di imaging con esperienza prevalente in una modalità dovrebbero essere incoraggiati e facilitati nell’ottenere capacità di base o avanzate in una o più modalità aggiuntive.
Questo tipo di modello integrato è sempre stato alla base del nostro modello organizzativo sin dagli inizi del programma di imaging cardiovascolare multimodale del Monzino partito agli inizi degli anni Duemila, ottenendo negli ultimi 15 anni una crescita esponenziale del settore al Monzino sia in termini di ricerca che clinici. Ovviamente sussistono numerose difficoltà logistiche sul territorio che rendono ancora oggi complesso ridisegnare il modello organizzativo, ma la strada appare tracciata.