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Un cuore bradicardico è più protetto?

Risponde il Prof. Claudio Tondo

6 Giugno Giu 2018 0000 6 years ago

Ho 57 anni, bradicardico da molti anni (35-40 battiti al minuto) conseguenza di attività sportive aerobiche. Il quadro clinico generale, cardiovascolare in particolare, al momento è buono. In prospettiva futura potrebbero esserci effetti negativi tipo installazione pacemaker?

Nel mio caso, al momento attuale, diminuisce il rischio di infarto e di ictus oppure la bradicardia è ininfluente?

La bradicardia -vale a dire una frequenza cardiaca rallentata per cui i battiti non superano i 60 al minuto- è un fenomeno comune nei soggetti allenati, spiega il Prof. Claudio Tondo, Responsabile dell'Aritmologia del Monzino. Nella maggior parte dei casi pertanto non desta preoccupazione, anzi, essere bradicardici in genere è da considerarsi un aspetto positivo da un punto di vista cardiovascolare.

L'avanzare dell'età, tuttavia, effettivamente può portare naturalmente un'accentuazione della bradicardia, per cui l'indicazione all'impianto di un pacemaker in futuro potrebbe divenire necessaria, soprattutto se si associa ad un affaticamento pronunciato e a una ridotta resistenza fisica.

È bene sapere comunque che non sempre avere un cuore bradicardico significa necessariamente avere una maggiore protezione dagli eventi infartuali.

Questa risposta è pubblicata sul nuovo spazio di Repubblica.it "I 100 esperti di RSalute" dedicato alle domande dei lettori