Le promesse della rivoluzione tecnologica
Nuove possibilità per i malati di oggi e di domani
Il professor Giulio Pompilio, vice direttore scientifico del Centro Cardiologico Monzino spiega a La Repubblica come l’accelerazione tecnologica che stiamo vivendo si traduce in nuove possibilità per i pazienti. Perché all’inizio dell’anno una riflessione sul futuro non può mancare.
Un giovane paziente con una grave forma di cardiopatia familiare ha ricevuto una nuova cura mediante l’iniezione all’interno del cuore di materiale genetico intelligente che riconosce e corregge il suo specifico difetto genico. Tutto questo è avvenuto grazie alla guida di una mappa 3D generata dall’elettricità del cuore stesso e con speciali cateteri manovrati da un computer.
Questo paragrafo non è tratto da un romanzo di fantascienza: la tecnologia descritta è già oggi interamente disponibile, anche se ancora in fase sperimentale.
La rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo sta avendo ricadute enormi nella ricerca e nella pratica clinica cardiologica. Assistiamo a un’accelerazione esponenziale della tecnica, nel nostro caso si parla di biotecnologia, al punto da considerare la finestra temporale di un decennio come un’era biologica.
Il caso del nostro paziente con cardiopatia genetica è un esempio. Soltanto cinque anni fa il premio Nobel della Medicina è stato assegnato a un ricercatore giapponese che ha inventato il modo di ottenere tessuti nobili, come ad esempio le cellule contrattili del cuore (i cardiomiociti) "riprogrammando le cellule", a partire da quelle della cute o del sangue dei pazienti, opportunamente fatte regredire allo stadio di cellule embrionali.
Questo nuovissimo oggetto biologico rappresenta uno strumento formidabile per lo studio di patologie cardiache genetiche, e più in là forse anche degenerative, perché si presta in laboratorio alle stesse manipolazioni geniche cui vorremmo sottoporre i nostri malati con gravi cardiomiopatie. La rivoluzione delle tecnologie applicata alla manipolazione genica, ha reso infatti possibili questi interventi non soltanto a livello cellulare, ma anche su organismi viventi.
Ecco che l’auspicato anello di congiunzione tra una scoperta e la sua applicazione, diventa teoricamente praticabile, aprendo scenari impensabili solo qualche anno fa. È doveroso sottolineare che il percorso verso il paziente è ancora da compiere, e che dobbiamo vigilare affinché il tutto avvenga nel suo interesse, ma oggi tutto questo sembra per la prima volta alla nostra portata.