“Il cuore delle donne”. Un incontro pubblico promosso dal Centro Cardiologico Monzino
Il 27 settembre 2017 alle ore 17, nella Sala conferenze di Palazzo Reale a Milano, un importante evento patrocinato dal Comune di Milano, per documentare l’importanza di una prevenzione cardiovascolare declinata “al femminile”.
In Italia le malattie cardiovascolari risultano fatali per circa il 43% della popolazione femminile, contro il 35% di quella maschile, causando ogni anno 123.000 vittime fra le donne e 93.000 fra gli uomini. Il rischio cardiovascolare nella donna va dunque preso molto sul serio. Prima di tutto dalle donne stesse, ma anche dai medici e dalle strutture sanitarie. Eppure, il 68% della popolazione femminile ritiene l’infarto un problema che riguarda gli uomini, e trascura di conseguenza la prevenzione e la diagnosi precoce.
È con questa duplice consapevolezza che il Centro Cardiologico Monzino organizza l’incontro pubblico: “Il Cuore delle donne”, – il 27 settembre 2017 alle ore 17, nella Sala conferenze di Palazzo Reale a Milano, – un importante evento patrocinato dal Comune di Milano, cui parteciperanno numerosi relatori del Monzino e delle Università degli Studi di Milano e di Pavia.
Perché è necessaria una medicina di genere
Nella definizione dei fattori di rischio, negli studi clinici e nella sperimentazione di farmaci, la medicina attuale è ancora costruita a "misura d’uomo". Ma la donna non è identica all'uomo nella sua risposta alle malattie, alle terapie e ai fattori di rischio e non tener conto di tale differenza è fonte di disuguaglianze di nella diagnosi e cura delle patologie cardiovascolari. È per questo che è necessaria una medicina di genere anche e soprattutto per le malattie del cuore e dei vasi (Prof.ssa Giovannella Baggio dell’Università di Padova, e Prof.ssa Adriana Maggi dell’Università di Milano).
Attenzione speciale per il cuore delle donne
In effetti, il cuore delle donne richiede attenzioni particolari (Prof.ssa Elena Tremoli, Direttore scientifico del Monzino). Anche perché specifiche e rilevanti sono le implicazioni di genere in molti ambiti, incluse l’alimentazione (Dott.ssa Monica Giroli, del Monzino) e la sfera psichica (Prof.ssa Gabriella Pravettoni, dell’Università di Milano).
"È fondamentale che le donne acquisiscano coscienza del loro rischio cardiologico individuale, che può essere anche superiore a quello degli uomini. La stessa coscienza dev’essere estesa al mondo sanitario che ruota intorno al mondo femminile, perché intervenga attivamente nella prevenzione quando la donna è sana, e inquadri correttamente la malattia se diventa paziente".
[Prof.ssa Elena Tremoli, Direttore Scientifico del Monzino]
“Monzino women” per una prevenzione cardiovascolare al femminile
Il Centro Cardiologico Monzino affronta da tempo in modo completo il problema della malattia cardiovascolare femminile, dalla prevenzione alla clinica e alla ricerca. Ultima iniziativa in ordine di tempo è la recente apertura di "Monzino Women”, per prendersi cura delle donne di Milano (Dott.ssa Daniela Trabattoni, del Monzino).
È un ambulatorio, accessibile per le donne tra 35 e 60 anni o che presentino fattori di rischio cardiovascolare, per seguire in modo specializzato donne con fattori di rischio cardiovascolare, ma che non abbiano ancora sviluppato manifestazioni cliniche di malattia.
"La scarsa consapevolezza dell’incidenza delle malattie cardiovascolari nelle donne è il peggior nemico della donna stessa. Per fare una corretta informazione e prevenzione bisogna migliorare il rapporto consequenziale fra ricerca, linee guida e divulgazione. Con "Monzino Women", ci impegneremo a creare una nuova cultura della prevenzione cardiologica al femminile, con una ampia campagna di comunicazione e di educazione alla salute".
[Dr.ssa Daniela Trabattoni, Responsabile "Monzino Women"]
“Monzino Women” è inserito nell’ambito di un ambizioso progetto clinico, scientifico e culturale, all'interno del quale saranno avviati studi clinici per valutare l’efficacia sia di terapie già consolidate per l’uomo, ma meno applicate alla donna, sia di terapie innovative, e nuove linee di ricerca dedicate ai fattori di rischio specifici della donna.