L’importanza di saper utilizzare il CPET, test da sforzo cardiopolmonare
Si tiene l’8 e 9 maggio 2017 il corso diretto dal Prof. PierGiuseppe Agostoni, su uno strumento clinico sempre più multidisciplinare. Un appuntamento da non mancare per cardiologi, pneumologi, medici dello sport.
Il test da sforzo cardiopolmonare (CPET) fornisce una valutazione globale della risposta dell'organismo all'esercizio, che coinvolge gli apparati polmonare, cardiovascolare, ematopoietico, neuropsichico e muscolo scheletrico, e che non è adeguatamente riflessa dalla valutazione funzionale dei singoli sistemi d'organo.
Tale overview fisiologica dinamica non invasiva, permette di valutare sia la risposta submassimale all'esercizio sia quella di picco, fornendo così informazioni rilevanti per la decisione clinica.
I molti vantaggi del CPET
Il CPET ha molte frecce al suo arco, che lo rendono decisamente più completo di un normale test da sforzo.
Mediante un’analisi molto precisa dei flussi, del lavoro prodotto, dei volumi di ossigeno e anidride carbonica, il CPET consente di rilevare una serie di parametri “primari”, che possono essere “incrociati” (plottati) per estrapolare una serie di altri dati, che sono a loro volta utilissimi per valutare:
- Risposta ventilatoria;
- Risposta cardiovascolare;
- Rsposta metabolica;
- Equilibrio acido/base;
- Scambi gassosi.
In pratica, incrociando tra loro i parametri “primari”, si ottengono pressoché tutte le informazioni necessarie per capire se il problema all’origine della limitazione della capacità di esercizio è prevalentemente polmonare (meccanico ventilatorio o di diffusione alveolo-capillare), oppure cardiogenico oppure ancora periferico (a livello del trasporto dell’ossigeno o della sua estrazione periferica).
Per tali ragioni, l'uso del CPET nella gestione del paziente è oggi in aumento, con il crescere della consapevolezza che un test di funzionalità cardiaca e polmonare a riposo non è attendibile, quando sia necessario prevedere le prestazioni di esercizio e la capacità funzionale del soggetto, e che, inoltre, lo stato di salute generale correla meglio con la tolleranza all'esercizio fisico, piuttosto che con le misure di riposo.
Perché non perdere questa opportunità
Con un approccio metodologico quanto più pratico e al tempo stesso più esauriente ed efficiente possibile, – anche attraverso l’illustrazione di casi clinici concreti del Monzino, – il corso consentirà a chi lo segue di conoscere nello specifico metodologie e protocolli, indicazioni, controindicazioni e limitazioni all’uso del CPET, di saper descrivere la fisiologia dell'esercizio in individui normali, e la fisiologia della limitazione dell'esercizio in individui con patologie cardiache, polmonare o neuromuscolari sottostanti e, infine, di saper riconoscere la causa della limitazione dell'esercizio di un paziente sulla base dei risultati di un test di esercizio cardiopolmonare.
Questi i principali temi trattati nel corso, che si tiene l’8 e 9 maggio 2017:
Principali temi del corso |
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Metodiche del test da sforzo cardiopolmonare (CPET) |
Fisiologia della risposta cardiopolmonare nel soggetto sano, nell’atleta e nei pazienti con patologia cardiaca e polmonare |
Identificazione della causa di una limitazione di performance fisica |
Caratteristiche delle apparecchiature impiegate |
Il test da sforzo cardiopolmonare è probabilmente l’unica metodica veramente olistica in diagnostica medica, ed è un test di cui non si dovrebbe fare a meno. In sintesi Il test cardiopolmonare ci permette di quantificare la limitazione funzionale del paziente e soprattutto di capire cosa c’è che non va sia in pazienti con malattia singola che in quelli con più comorbilità dove attribuire la limitazione funzionale ad un organo o ad un altro è altrimenti impossibile.