Il punto sulla chirurgia riparativa della valvola mitrale
L’esperienza del Monzino e il ruolo centrale dell’heart team negli interventi mini-invasivi di plastica valvolare, per individuare la corretta indicazione per ciascun caso e offrire a ogni paziente con insufficienza mitralica la migliore soluzione possibile.
Al Centro Cardiologico Monzino, i pazienti affetti da insufficienza mitrale, sono avviati alla correzione del vizio valvolare dopo un adeguato iter di approfondimento diagnostico e un inquadramento multidisciplinare per individuare la corretta indicazione e valutare il rischio chirurgico in ogni paziente. Da questo punto di vista, è essenziale il ruolo dell’heart team, cui partecipano cardiochirurghi, ecocardiografisti, cardiologi dello scompenso, cardiologi interventisti e cardio-anestesisti.
"In genere, – afferma il Dr. Marco Zanobini, Aiuto referente UO Cardiochirurgia 1 del Monzino, – riteniamo fondamentale poter proporre a ciascun paziente un trattamento ‘personalizzato’ in base alle sue caratteristiche cliniche e strumentali e alle tabelle di rischio individuali".
La riparazione valvolare garantisce ottimi risultati nel breve e nel medio-lungo termine. Si tratta di un intervento eseguibile nella stragrande maggioranza dei pazienti riferiti per intervento chirurgico, con una mortalità operatoria e una prognosi a distanza decisamente migliori rispetto alla sostituzione protesica, sia essa biologica o meccanica.
Approccio in mini-toracotomia
Nel trattamento chirurgico riparativo delle valvulopatie mitraliche, le tecniche tradizionali prevedono l’accesso in sternotomia longitudinale mediana e l’istituzione della circolazione extra-corporea. Ma per la chirurgia riparativa dell’insufficienza mitralica, al Monzino è oggi possibile offrire al paziente l’accesso in mini-toracotomia. Un’approccio particolarmente “richiesto” dai pazienti più giovani, dalle donne (per l’innegabile vantaggio estetico di una cicatrice che può essere celata al di sotto della piega mammaria) o dai pazienti in età più avanzata (per la riduzione delle complicanze permessa da questo tipo di approccio) o già operati in precedenza.
L’approccio mini-toracotomico rappresenta per me un punto di interesse e di esperienza specifico. Il costante impegno personale nell’aggiornamento e nell’apprendimento delle nuove metodiche si concretizza nell’ottica di offrire al paziente con insufficienza mitralica la migliore soluzione possibile con la volontà di coniugare l’eccellenza del risultato con necessità non soltanto cliniche, ma anche personali del malato.
A seconda delle indicazioni, la chirurgia riparativa della mitrale comprende alternative mini-invasive a cuore battente, via transcatetere come le Mitraclip, o in minitoracotomia come l’impianto di Neochord. Tecniche ormai largamente sperimentate, con indicazioni sempre più ampie, e nelle quali l’Area di Chirurgia Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino, diretta dal Prof Francesco Alamanni, ha maturato una lunga esperienza con elevati tassi di successo e indici di mortalità inferiori a quelli attesi con l’EUROSCORE II.
Mitraclip
La Mitraclip è ritenuta una buona alternativa all’intervento chirurgico tradizionale in pazienti selezionati, sintomatici, nei quali farmaci e rivascolarizzazione coronarica non abbiano avuto efficacia, ad alto rischio operatorio perché anziani o con altre patologie.
Un aspetto questo particolarmente significativo, se si considera che di insufficienza mitralica soffre oltre il 10% delle persone con più di 75 anni, e che, al Monzino, i pazienti cardiochirurgici con più di 70 anni sono oltre il 40% (dati Audit interno 2015-2016). In genere, la procedura richiede un ricovero di non più di 4 giorni, senza riabilitazione.
Neochord
Il sistema Neochord consiste nella plastica dei lembi valvolari per via transapicale a cuore battente. In pratica, la procedura, in anestesia generale, prevede una mini incisione toracica di circa 4 cm e la successiva introduzione di un catetere attraverso cui vengono rilasciate e ancorate alla valvola una o più corde artificiali in GoreTex (sistema NeoChord DS 1000), materiale molto utilizzato nelle applicazioni mediche perché riproduce le caratteristiche anatomiche di resistenza e nel contempo garantisce la fisiologica flessibilità delle corde native.
L’intervento viene eseguito sotto guida ecocardiografica 3D, a garanzia non soltanto del corretto posizionamento ma anche di un’adeguata lunghezza delle nuove corde. La metodica trova la sua principale indicazione nel trattamento dei rigurgiti mitralici dovuti a rottura o allungamento delle corde tendinee (una delle cause più frequenti di insufficienza mitralica).
Al Monzino eseguiamo da tempo questo tipo di interventi e i risultati finora ottenuti sono davvero entusiasmanti, con un netto miglioramento della sintomatologia dei pazienti, basso tasso di complicanze, tempi brevi di dimissione ospedaliera e senza necessità di riabilitazione post-operatoria. Il tutto nell’ottica di offrire al paziente con insufficienza mitralica la migliore soluzione terapeutica possibile.