Prevenire la morte cardiaca nei giovani sportivi
È una sfida di Monzino SPORT, ne parla il Prof. Claudio Tondo in un’intervista al Corriere della Sera
La morte cardiaca improvvisa continua a mietere vittime tra gli sportivi, professionisti e non. Gli episodi più recenti risalgono a pochi giorni e fa hanno riguardato tre giovani calciatori: Patrick Ekeng, centrocampista camerunense della Dinamo Bucarest, crollato in campo mentre disputava una partita nel campionato romeno; Bernardo Ribeiro, ex giocatore del Catania, colpito da arresto cardiaco durante una partita amatoriale, e Samuele Cianci, ventunenne stroncato da un malore negli spogliatoi, al termine di una partita di calcetto con amici.
«La morte improvvisa nei giovani è un evento drammatico che si manifesta con un’aritmia improvvisa, una fibrillazione ventricolare, che porta all’arresto cardiaco e a una perdita di conoscenza quasi immediata», ha spiegato sulle pagine di Corriere Salute il Prof. Claudio Tondo, responsabile dell’Aritmologia del Monzino. Prevenire questi episodi, intercettando i casi a rischio e riconoscendoli in tempo per intervenire, è la sfida del nuovo centro Monzino SPORT, che ha riunito le competenze e le tecnologie d’avanguardia già presenti nell’ospedale per metterle a disposizione degli sportivi che vogliono praticare attività fisica in sicurezza.
Il Centro è nato per seguire in modo iper-specializzato chi ha già avuto episodi di aritmia o arresto cardiaco, ma non solo:
«Il nostro intento è anche definire i parametri di screening cardiaco per chi pratica attività sportiva a livello amatoriale e capire, per esempio, in quali condizioni è sufficiente sottoporsi a esami di base, come l’elettrocardiogramma, e quando invece si debba ricorrere a controlli diagnostici più specifici, come la risonanza magnetica nucleare», sottolinea il Prof. Cesare Fiorentini, Direttore sviluppo area clinica del Monzino.
Non dimentichiamoci che il punto di partenza fondamentale per evitare nuovi casi drammatici è un'efficace prevenzione sia sotto il profilo aritmologico, sia per le anomalie coronariche congenite. A questa inoltre va associata l’organizzazione sul campo: dove avviene l’evento sportivo non deve mai mancare un’adeguata copertura di defibrillatori e la presenza di personale in grado di praticare le corrette manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Per maggiori informazioni, scarica di seguito l'articolo del Corriere della Sera di domenica 15 maggio