La cardiopatia ischemica nel genere femminile
Le donne attualmente ricevono da parte della comunità scientifica, e non solo, minore attenzione alla prevenzione e al trattamento delle malattie cardiovascolari. Al Monzino, un evento ECM a iscrizione gratuita.
Direttore del Corso PierGiuseppe Agostoni, responsabile UO Scompenso, Cardiologia Clinica e Riabilitativa
Le donne attualmente ricevono da parte della comunità scientifica, e non solo, minore attenzione alla prevenzione e al trattamento delle malattie cardiovascolari. In particolare sono sottoposte in misura inferiore, rispetto al genere maschile, a indagini di screening riguardanti l’assetto lipidico e vengono trattate meno con farmaci ipolipemizzanti, antiaggreganti e con beta bloccanti ed eparina in corso di infarto acuto del miocardio. Le donne inoltre vengono inviate in minor misura a interventi riabilitativi.
È indispensabile anche sottolineare che, oltre ai fattori di rischio per cardiopatia ischemica codificati e comuni ai due generi, le donne hanno fattori di rischio peculiari che solo recentemente sono stati presi in considerazione e che fanno sì che le caratteristiche della cardiopatia ischemica siano particolari nel genere femminile e si manifestino talvolta in modo “non codificato”.
Pertanto è necessario un approccio dedicato che tenga conto, nella donna, anche dell’età, del quadro neuro ormonale specifico e diversificato con l’età, nonché delle diverse etnie, del substrato psicosociale, del contesto in cui la persona si colloca.
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