Prevenzione di precisione: a ciascuno la sua prevenzione
Ciascuno di noi ha un "profilo" individuale, una personalità e delle caratteristiche uniche, che contribuiscono a determinare una diversa suscettibilità al rischio cardiovascolare. Per essere ancora più efficace, la prevenzione deve dunque essere personalizzata. Ovvero di precisione.
- I FATTORI DI RISCHIO NOTI
- UNA PREVENZIONE UGUALE PER TUTTI?
- DUE DOMANDE PER LA RICERCA
- PERCHÈ “DI PRECISIONE”?
Ognuno di noi ha determinate caratteristiche del volto che ci rendono unici e che consentono, per esempio, l’impiego delle applicazioni per il riconoscimento facciale. Allo stesso modo, ognuno di noi ha uno specifico “profilo” genetico, ma anche proteico, lipidico, metabolico, microbico ed epigenetico. Tra le caratteristiche che ci rendono unici, ve ne sono alcune che condizionano la nostra suscettibilità individuale ai fattori di rischio cardiovascolari, perché un eccesso di colesterolo “cattivo” o di glucosio nel sangue non hanno lo stesso effetto in ciascuno.
Conoscere queste caratteristiche personali potrebbe permettere al medico di acquisire una “fotografia” del nostro profilo di rischio personale e stabilire con maggior precisione se noi, proprio noi, subiremo oppure no un infarto o un ictus e quali interventi preventivi saranno in grado di evitarlo. In questo modo, integrando (con metodi innovativi che sono già a disposizione dei ricercatori) tutti i dati sulle caratteristiche personali, sarà possibile mettere a punto una strategia preventiva realmente “di precisione”.
È un’idea nuova di prevenzione cardiovascolare, che al Monzino abbiamo definito “di precisione”: l’insieme delle strategie diagnostiche e terapeutiche per ridurre il rischio cardiovascolare specifico di ogni singola persona. Non si tratta solo di un'idea, per la verità, ma del primo embrione di una realtà, anche se molta ricerca resta da fare in questo affascinante settore. In qualche modo, è una strada simile a quella intrapresa dai ricercatori per la messa a punto di nuove terapie anticancro.
Per raggiungere questo traguardo dovranno essere sviluppati strumenti e piattaforme per raccogliere e analizzare tutti i dati emersi dalla valutazione complessiva della singola persona, e bisognerà realizzare nuovi studi mirati per confermare scientificamente le nuove strategie di prevenzione. Il Centro Cardiologico Monzino, primo ospedale d’Europa dedicato esclusivamente al cardiovascolare, ha raccolto questa sfida, con un approccio multidisciplinare che integra l’esperienza nel campo della prevenzione alle competenze clinico-scientifiche maturate dai suoi specialisti.
Ora, mentre la ricerca scientifica fa il suo corso, ognuno di noi può fare da subito qualcosa per sé. Dobbiamo occuparci del nostro benessere globale e non solo della nostra salute in senso stretto, perché conosciamo ora molti più elementi che fanno bene al nostro cuore. Alcuni dipendono da noi, come il nostro equilibrio psicologico, altri no, come l’ambiente pulito. Un motivo in più dunque per diventare cittadini impegnati nel “bene comune” e, perché no, fare giusta pressione sulle autorità perché partecipino insieme a noi alla sfida della prevenzione di precisione.