Scompenso cardiaco: ecco perché peggiora

Nuovi studi del Centro Cardiologico Monzino e Università Statale di Milano individuano un marcatore di scompenso cardiaco, responsabile anche dell’aggravarsi della malattia

6 Giugno Giu 2019 4 years ago
  • Piergiuseppe Agostoni, Cristina Banfi

Una ricerca condotta dal professor Piergiuseppe Agostoni, Professore Ordinario di Cardiologia dell’Università degli Studi di Milano e coordinatore dell’area di Cardiologia Critica del Centro Cardiologico Monzino, e Cristina Banfi, responsabile dell’ Unità di ricerca di Proteomica Cardiovascolare, ha scoperto che una proteina rilasciata dai polmoni, SP-B (proteina del surfattante polmonare B), indica la presenza di scompenso cardiaco, ne predice la prognosi e, soprattutto, è responsabile dell’aggravarsi della malattia perché trasforma il colesterolo buono in cattivo.
Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero dell’International Journal of Cardiology. Il nuovo obiettivo dei ricercatori è ora sviluppare un esame che, misurando il valore di SP-B nel sangue, renda possibile diagnosi di scompenso cardiaco più precise ed efficaci.

Per maggiori informazioni leggi il comunicato stampa

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