Il cuore artificiale al Monzino
Il Centro Cardiologico Monzino ha un’esperienza decennale nell’impianto del cuore artificiale e dispone delle competenze e tecnologie d’avanguardia necessarie per seguire al meglio i suoi pazienti.
Attualmente viene impiantato Heartmate 3, il dispositivo più avanzato a livello internazionale. HeartMate 3 è il primo VAD (Ventricular Assistance Device) completamente impiantabile, che utilizza la tecnologia di levitazione magnetica, progettata per minimizzare le complicanze e ripristinare il flusso sanguigno.
Come sempre una tecnologia, per quanto buona, non basta a garantire l’efficacia dei trattamenti. Per questo al Monzino l’impianto di un VAD prevede un team multidisciplinare ed un fondamentale lavoro di squadra, che segue il paziente dalla selezione al follow-up nel tempo. Questo gruppo coinvolge il cardiologo esperto di scompenso cardiaco avanzato, per la selezione e follow up del paziente, il cardiologo esperto in imaging ed emodinamica, lo psicologo, l’anestesista rianimatore ed il cardiochirurgo.
Che cosa è un VAD?
I VAD hanno infatti la funzione di “pompa del sangue” e contribuiscono in toto o in parte alla funzione del ventricolo (per lo piu’ il sinistro) di diffondere il sangue in tutto l’organismo. Si tratta quindi di dispositivi miniaturizzati, delle vere mini-pompe appunto, che vengono posizionati all’interno del torace per “assistere” il cuore nella sua azione propulsiva.
Quando è necessario un cuore artificiale?
Il cuore artificiale è nato per trattare casi selezionati di scompenso grave, o insufficienza cardiaca, che altro non è che l’incapacità del cuore di contrarsi e dilatarsi in maniera sufficiente per svolgere le sue funzioni vitali. Fino agli anni ’60 l’unica terapia possibile per questa patologia era il trapianto di un nuovo cuore. Tuttavia il trapianto presenta ancora oggi limiti importanti, quali l’(in)disponibilità dell’organo o la selezione del paziente. Per questo la ricerca si è concentrata sui VAD e quelli attuali, come Heartmate 3, funzionano con tecnologie di propulsione del sangue nuove, che sfruttano i campi magnetici, garantendo maggiore durata e sicurezza rispetto al passato e soprattutto minor rischio di complicanze trombo-emboliche. Poco ingombranti rispetto ai modelli precedenti, funzionano grazie a batterie che si portano in vita come una cintura. Sono in corso di sperimentazione anche ricariche wireless, senza fili e senza bisogno di batterie esterne
A chi è indicato specificamente l’impianto di un VAD?
Le indicazioni al VAD sono molteplici e vanno da quelle temporanee in attesa di un cuore da trapiantare a quelle in cui il VAD è definitivo, quando un trapianto non è possibile. Questo significa, ad esempio, pazienti con problemi di età o comorbidità. Pertanto il VAD non è più considerato solo la “soluzione ponte” di passaggio al trapianto, ma una terapia di destinazione che può sostituirsi al trapianto stesso. Le sue performance, e di conseguenza i benefici per il paziente portatore, vanno di pari passo con l’evoluzione tecnologica, che è in continuo miglioramento.