Una boccata di Ossigeno
Martedì 9 aprile 2024 si è svolto a Seregno un evento divulgativo organizzato dal Club Alpino Italiano (CAI), sezione di Seregno, dedicato agli effetti cardiovascolari dell’alta quota.
Il Dott. Carlo Vignati (Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa e UO Cardiologia dello Sport) ha presentato i dati relativi all’esposizione acuta all’alta quota e lo stato dell’arte sull’argomento, sul quale il Monzino vanta esperienza decennale.
Sappiamo che all’aumentare della quota (viaggi aerei, ascese con i moderni impianti di risalita, escursionismo) diminuisce la disponibilità di ossigeno presente nell’aria e, proprio per compensare questa mancanza, il corpo aumenta il lavoro cardiaco, respiratorio, e la pressione arteriosa. Ma non è tutto: in quota è limitata anche la capacità dell’organismo di utilizzare l’ossigeno. Ci si trova così ad avere, da un lato, meno ossigeno a disposizione, e dall’altro un’inferiore capacità di utilizzarlo.
Tutto questo genera alterazioni significative a livello cardiovascolare, fino a correre possibili rischi di infarto e ictus per gli individui già sofferenti. Se poi in quota si pratica sport, il rischio a cui ci si espone è ancora maggiore perché il fabbisogno di ossigeno dell’organismo aumenta. Per lungo tempo, di conseguenza, medici e cardiologi hanno sconsigliato la montagna a tutela dei pazienti, non potendo dare loro risposte più precise.
Alcuni, sebbene non in condizioni particolarmente critiche, nemmeno chiedevano al medico rinunciando alla montagna a priori, per paura. Altri invece, troppo spesso, sono stati vittime di tragedie perché sono saliti in quota in modo del tutto inappropriato. Oggi nessuna di queste situazioni deve più verificarsi: abbiamo nuove conoscenze, tecnologie e strumenti che ci permettono di stabilire il livello di rischio per ciascuno, e di intervenire su quel rischio abbassandolo.
Abbiamo nuovi strumenti di valutazione del rischio individuale che ci permettono di stimare con precisione gli effetti dell’altitudine sul sistema cardiocircolatorio e prevedere gli eventuali rischi, garantendo così una "salita in sicurezza". Possiamo essere molto precisi nello stabilire non solo se una persona può raggiungere l’alta quota, ma anche quale tempo di acclimatamento deve rispettare, fino a quali altezze può spingersi, quali farmaci eventualmente deve o non assumere per stare meglio.
Ci sono dei consigli validi per tutti? Ogni caso è diverso dall’altro e deve essere valutato nella sua specificità. Due accorgimenti validi sempre però ci sono: sottoporsi a uno sforzo graduale e salire piano. In Italia la montagna è a portata di mano ed è facile raggiungere in poco tempo quote elevate. Basti pensare, per esempio, che da Milano in meno di tre ore si raggiunge comodamente in funivia Punta Helbronner, a circa 3.466 metri di altezza. A queste altitudini la quantità di ossigeno a disposizione è circa la metà di quella che abbiamo in pianura. Se una persona non è preparata, o non è stata adeguatamente valutata, può trovarsi nei guai, soprattutto se sosta in quota per un certo tempo.
Il Monzino ha un'area di ricerca orientata allo studio del comportamento dell’organismo in montagna, anche sotto sforzo e durante attività fisica, con studi svolti alla Capanna Margherita, Campo base dell’Everest e Ande, promossa dal Prof. Piergiuseppe Agostoni, direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa.
A partire dal 2019, con il sostegno della Fondazione IEO-Monzino, abbiamo inoltre installato una stazione biometrica automatizzata situata a Punta Helbronner, sulle vette del Monte Bianco a 3.466 metri di altitudine. Posizionata alla stazione monte delle Funivie Monte Bianco Sky-way, multilingue e dotata di schermo touch screen, la postazione per il controllo cardiaco in altitudine Keito K9 determina nello specifico peso, altezza, percentuale di massa magra e grassa, indice di massa corporea (BMI) ma soprattutto misura pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue, gratuitamente.
"Lo scopo primario di questo progetto è valutare le caratteristiche della popolazione che frequenta l’alta quota e capire che cosa succede a cuore e polmoni quando ci si trova ad altezze elevate". I primi dati raccolti, su una popolazione di più di 3000 soggetti, già pubblicati sulla rivista internazionale High Altitude Medicine and Biology, ha mostrato come il sovrappeso, il sesso maschile e l’età avanzata siano fattori predisponenti alla riduzione di ossigeno in quota.
Con l’installazione di una seconda postazione presso la stazione a valle a fine 2021 prosegue questa preziosa raccolta dati per valutare le variazioni dei parametri dopo la salita su ogni soggetto e cercare di affinare la nostra capacità predittiva di stratificazione del rischio.
Lo studio è rivolto al cuore di tutti coloro che decideranno di avventurarsi sul punto più basso del cielo e che desidereranno monitorare gratuitamente le reazioni del proprio corpo ad altezze elevate.
Partecipare al progetto è molto semplice:
1) avvicinati alla postazione presso la stazione a valle e compila il questionario sul touch screen situato sulla destra (clicca su “Ottieni tessera”);
2) sali sulla bilancia e attiva la misurazione dei parametri inserendo la tessera appena ritirata;
3) segui le istruzioni e completa le misurazioni;
4) conserva la tessera per ripetere le misurazioni una volta raggiunta la vetta: è fondamentale che tu esegua entrambe le misure per ottenere una valutazione accurata.
Attenzione: le postazioni biometriche sono attivate solo dalla tessera emessa a valle. Non potrai ritirarne una in quota.
Per informare e sensibilizzare ulteriormente la popolazione, accanto alla stazione biometrica Keito K9 sono installati anche pannelli informativi relativi agli effetti cardiovascolari che derivano dall’esposizione acuta alle altezze che consentiranno di valutare se i parametri misurati rientrano nei limiti di normalità in rapporto all’altitudine.
Nel corso della serata sono state inoltre presentate le attività del soccorso alpino nazionale, andando ad aggiungere alle raccomandazioni di carattere medico quelle di carattere organizzativo, logistico e di equipaggiamento.