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Che relazione c’è tra aritmie e consumo di alcol?

Risponde il Professor Claudio Tondo, Direttore Dipartimento Aritmologia

6 Aprile Apr 2022 0000 3 years ago

La relazione tra ritmo cardiaco e assunzione di alcol è nota da tempo, ma bisogna fare chiarezza, spiega il Prof. Claudio Tondo, Direttore del Dipartimento di Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino, IRCCS.

In linea generale dosi eccessive di alcol, esercitando un’azione eccitante sulle cellule del cuore, possono determinare un aumento della frequenza cardiaca e facilitare l’insorgenza di aritmie come la fibrillazione atriale.

Bisogna inoltre ricordare che l’assunzione cronica di alcol in dosi significative può portare allo sviluppo di cardiomiopatia dilatativa, che provoca un incremento dei volumi delle camere cardiache (atri e ventricoli) e una riduzione della contrattilità: due presupposti cruciali per l’insorgenza di fibrillazione atriale.

Un altro aspetto da sottolineare è la temperatura: sembra infatti che l’assunzione di alcolici ghiacciati, o molto freddi, favorisca particolarmente l’insorgenza di aritmie. Ciò si verifica perché lo “stimolo vagale”, attivato dal freddo, determina una riduzione eccessiva della frequenza cardiaca, ponendo le condizioni ideali per l’insorgenza di fibrillazione atriale.

Fatte queste osservazioni, non dobbiamo generalizzare. L’assunzione di vino, in particolare rosso a temperatura ambiente, in dosi moderate (1-2 bicchieri al giorno per gli uomini, mezzo o uno per le donne) non va necessariamente demonizzata. Certo, dobbiamo tenere in considerazione le risposte cliniche individuali che possono variare da persona a persona: chi riconosce che una dose anche moderata di alcol favorisce l’insorgenza di anomalie del ritmo cardiaco (ad esempio provoca extrasistoli), è bene si astenga dal consumo o lo riduca sensibilmente.

Ma attenzione: le anomalie del ritmo indotte dall’alcol spesso si verificano in concomitanza di un’alimentazione più abbondante, per cui la moderazione è anche rivolta alla quantità di cibo introdotta: gli eccessi a tavola, infatti, possono favorire un’eccessiva distensione gastrica che, a sua volta, si esprime con uno stimolo vagale capace di innescare un’aritmia.