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Colesterolo alto: integratori e alimenti funzionali servono davvero?

Facciamo chiarezza sul tema con l’aiuto della dr.ssa Monica Giroli

17 Gennaio Gen 2022 0000 2 years ago

Nelle linee guida internazionali per il controllo dell’ipercolesterolemia sono recentemente comparsi, a fianco dei farmaci, anche integratori e alimenti funzionali. Diversi studi clinici hanno infatti dimostrato che in alcuni casi questi composti sono efficaci nel ridurre il colesterolo. Ma attenzione: non si tratta di rimedi sempre validi! Gli esperti internazionali hanno messo a punto una scala di trattamento che, in base al rischio individuale di sviluppare una malattia cardiovascolare, prevede innanzitutto il cambio di stile di vita, che si può associare all’integratore o in altri casi ai farmaci, come le statine o l’ezetimibe, o alla combinazione di entrambi, oppure nei casi più severi, agli anticorpi monoclonali (i cosiddetti “inibitori del Pcsk9”).

Facciamo chiarezza sul tema con l’aiuto della dr.ssa Monica Giroli, specialista in Scienza dell'alimentazione dell’Unità di Prevenzione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino.

Che differenza c’è tra integratori e alimenti funzionali?
Bisognerebbe fare per prima cosa una precisazione: nel nostro caso, poiché parliamo di trattamento del colesterolo, ci riferiamo a nutraceutici. Gli integratori, in senso stretto, infatti sono prodotti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell'organismo, senza alcuna finalità di cura, ma solo di integrazione di sostanze carenti, mentre i nutraceutici sono componenti alimentari o principi attivi presenti negli alimenti, o derivati da essi, che hanno effetti positivi sul benessere e la salute, comprendendo anche la prevenzione e il trattamento delle malattie. Essendo, tuttavia, la parola integratori più immediata e comprensibile per tutti, possiamo continuare ad utilizzarla per semplicità, sorvolando su questa distinzione.
Per alimenti funzionali, infine, intendiamo un’altra cosa ancora: si tratta di cibi naturalmente ricchi, o artificialmente arricchiti, di sostanze con proprietà salutistiche dimostrate, e possono contenere nutraceutici (es. bevande addizionate con fitosteroli, latte con omega 3 ecc).

Gli integratori per abbassare il colesterolo sono innumerevoli. Che differenze ci sono?
Gli integratori (nutraceutici) per il controllo del colesterolo sono molteplici e le sostanze contenute nei vari prodotti sono diverse. Tra le principali troviamo: berberina, policosanoli, fibre solubili (per esempio i betaglucani), fitosteroli, riso rosso fermentato. Quest’ultimo oggi è molto utilizzato per la ricchezza di monacolina K, un principio attivo che è in grado di abbassare i livelli del colesterolo fino al 20-25%.

La monacolina K è una molecola con una struttura simile a quella delle statine, i farmaci più prescritti per contrastare l’ipercolesterolemia, e agisce allo stesso modo, cioè diminuendo la sintesi del colesterolo da parte del fegato.
I fitosteroli vegetali sono in grado di far calare il livello del colesterolo nel sangue fino al 10%. Agiscono riducendo la capacità di assorbimento, dopo i pasti, delle molecole di colesterolo presenti nell’intestino; si trovano come integratori o alimenti funzionali addizionati a bevande a base di latte e per avere la massima efficacia sono da consumare una volta al giorno, circa 10 minuti dopo il pasto principale.
Le fibre invece riescono a legare una parte del colesterolo nell’intestino evitandone l’assorbimento ed eliminandolo con le feci.
Infine, berberina e policosanoli hanno effetti meno marcati e spesso si trovano nei prodotti in associazione al riso rosso fermentato o ai fitosteroli per rafforzarne l’efficacia.

Gli integratori possono sostituire i farmaci?
Per stabilire se un integratore rappresenta un’alternativa ai farmaci, è necessaria una valutazione approfondita del rischio cardiovascolare complessivo della persona e tale scelta deve essere fatta dal medico che, in base alla situazione specifica del paziente, potrà stabilire la strada più efficace per controllare il colesterolo.
Per dare un’idea: l’integratore può essere un primo approccio per chi ha valori di colesterolo leggermente elevati, ha un rischio cardiovascolare basso o moderato e intraprende un percorso di correzione dello stile di vita, cioè dieta, abolizione del fumo, movimento regolare. Non è invece consigliabile per chi ha un rischio cardiovascolare medio/alto, oppure una forma di ipercolesterolemia familiare, oppure ha già avuto un problema cardiaco o ha già delle placche nelle arterie. Infatti dalla letteratura scientifica sappiamo che gli integratori, anche i più efficaci, come quelli a base di riso rosso fermentato, riducono i livelli di colesterolo nel sangue ma ancora non c’è una risposta definitiva sul fatto che possano ridurre anche gli eventi cardiovascolari, come infarto e ictus.

Gli integratori vanno presi sotto controllo medico?
Certamente sì. Questo vale in generale per tutti gli integratori e i nutraceutici, per i motivi sopra descritti, e in particolare per quelli a base di riso rosso fermentato, per via della loro azione simile a quella delle statine. Sebbene, infatti, il dosaggio di principio attivo sia basso (è pari a circa 3 milligrammi di monacolina K), in alcuni soggetti particolarmente sensibili può causare gli stessi effetti collaterali delle statine, come ad esempio i dolori muscolari.

È importante poi seguire i consigli del medico anche per decidere quali specifici nutraceutici assumere poiché in farmacia o nei supermercati si trovano moltissimi prodotti apparentemente simili, contenenti lo stesso principio attivo, ma in realtà non sono tutti uguali in termini di quantità, qualità e sicurezza.

Ha senso assumere integratori se già si prendono farmaci per controllo del colesterolo?
Dipende. Sempre su indicazione del medico, gli integratori in alcuni casi possono essere assunti in associazione tra loro o con i farmaci. Per esempio, si può assumere l’integratore a base di riso rosso fermentato in combinazione con le bevande a base di fitosteroli per rafforzarne l’effetto, alcuni integratori contengono già entrambe queste sostanze. Il medico talvolta può proporre anche una combinazione tra farmaci e integratori di diverso tipo in base alla situazione specifica di ogni persona.