Infarto: no alle vittime della paura del contagio
Appello del Monzino: troppi pazienti trascurano i segnali di infarto e arrivano in Pronto Soccorso con ritardo, in situazione già critica
«Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus abbiamo registrato una diminuzione degli accessi al nostro Pronto Soccorso vicina al 30%. Purtroppo, inoltre, i pazienti che si presentano al nostro pronto soccorso arrivano con ritardo rispetto all’insorgenza dei sintomi, sono mediamente più compromessi e pertanto richiedono interventi più complessi e rischiosi, e meno efficaci. Segno che i cittadini sottovalutano i sintomi dell’infarto e aspettano troppo a lungo prima di accedere all’ospedale, spesso per paura del contagio da Coronavirus. Ma così mettono ancora più a rischio la loro vita». Parla, a nome di tutto il Centro Cardiologico Monzino, Emilio Assanelli, (nella foto) responsabile del Pronto Soccorso del Monzino, una delle figure in trincea nell’emergenza Coronavirus.
Una riorganizzazione dell’ospedale a tutela del paziente
«Capiamo la paura dei pazienti, ma li invitiamo ad avere fiducia in noi e nel sistema sanitario regionale, che ha creato la rete degli hub cardiologici perché i malati di cuore possano curarsi in luoghi protetti - spiega Assanelli -. Anche in emergenza virus possiamo curarli al meglio, come abbiamo fatto fino a gennaio. Abbiamo riorganizzato completamente tutto l’ospedale, creando in pratica percorsi separati per pazienti in cui si sospetta infezione da Coronavirus, a partire appunto dal Pronto Soccorso. Qui facciamo un pre-triage: è il personale sanitario ad andare incontro al paziente in una zona protetta, misurare la temperatura e fare le domande necessarie circa i suoi contatti con persone positive al virus. Se c’è un sospetto, il paziente entra da subito in una zona isolata “Coronavirus”. Ovviamente se c’è un’urgenza cardiologica indifferibile la trattiamo immediatamente. Ma lo facciamo con misure di precauzione molto avanzate e, in ogni caso, risolta l’emergenza, il paziente viene testato e, se risulta sospetto, continua il suo percorso in area “Coronavirus”».
Il Monzino, centro “hub” per le emergenze
Da due settimane la Regione Lombardia ha definito il Centro Cardiologico Monzino come un centro “hub” (di riferimento) di altre strutture lombarde, per il trattamento delle emergenze cardiovascolari chirurgiche, vascolari, e coronariche. Significa che vengono trasferiti al Monzino da altri ospedali, in prima linea per trattare i soggetti affetti da Coronavirus, i pazienti che necessitano di procedure di cardiochirurgia, cardiologia interventistica e aritmologia. Viceversa, alcuni pazienti del Monzino nei quali è stata accertata infezione da Coronavirus, vengono trasferiti, ove possibile, ad altri ospedali.
La gestione dei trasferimenti viene effettuata da una Unità di Crisi regionale che funziona in modo efficiente. In quanto hub, il Monzino ha quindi definito percorsi specifici per i pazienti che necessitano di cure cardiovascolari urgenti e separato reparti che ospitano pazienti potenzialmente o sicuramente affetti da infezione da Coronavirus, creando, per così dire, due ospedali.
L’appello del Monzino ai pazienti
«Insieme agli ospedali lombardi combattiamo con tutte le nostre forze per reggere l’urto del Coronavirus e continuare a salvare il cuore e la vita dei pazienti cardiopatici. A loro - conclude Assanelli - chiediamo di collaborare con noi, evitando di nascondere o trascurare i sintomi quali dolore al petto, eventualmente irradiato alle braccia e al collo e associato a sudorazione e mancanza di fiato, e recandosi subito in ospedale senza paura».