Prevenzione della morte cardiaca improvvisa nei giovani che praticano sport
Uno studio recente ha riscontrato una prevalenza insospettabilmente elevata di anomalie cardiache potenzialmente pericolose perfino in atleti olimpici. Al Monzino, un Centro di terzo livello permette a sportivi agonisti e non agonisti di giungere rapidamente a una diagnosi definitiva.
Circa il 4% degli atleti agonisti potrebbero essere a rischio di morte cardiaca improvvisa (sudden cardiac death, SCD) mentre si allenano o gareggiano, a causa di difetti o disfunzioni cardiovascolari di cui potrebbero anche non essere a conoscenza. Lo ha confermato un recente studio dell’Istituto di Medicina dello Sport del CONI, condotto su oltre 2.300 atleti che avevano preso parte ai Giochi olimpici dal 2004 (Atene) al 2014 (Sochi), sottoponendoli a esami strumentali e di imaging.1
In poco meno di un centinaio di questi atleti sono stati riscontrati problemi cardiaci ereditari, patologie coronariche, ipertensione arteriosa o disturbi del ritmo cardiaco, tutti ugualmente asintomatici. Il 60% presentava problemi valvolari, a prescindere dal tipo di sport praticato. Globalmente, si tratta di una prevalenza sorprendentemente alta, considerato che tutti quegli atleti erano stati valutati prima di entrare nel programma olimpico.
”Retrospettivamente, anomalie dell'ECG erano già presenti in questi atleti negli screening di idoneità precedenti, ma erano sfuggite alla diagnosi, sia perché i risultati di imaging non erano sufficientemente chiari, sia perché l’interpretazione dell'ECG era errata, – si legge nelle conclusioni dello studio. – Nel mondo reale dello screening medico-sportivo, ciò conferma quanto sia difficile giungere a una diagnosi definitiva, per esempio, di cardiomiopatia aritmogena o di cardiomiopatia ipertrofica quando le alterazioni morfologiche siano modeste”.
Si tratta di un’eventualità le cui conseguenze non devono essere sottovalutate: anche quando un paziente sopravvive a un arresto cardiaco improvviso, l'evento acuto può avere un impatto devastante sulla sua qualità e durata della vita, imponendo alle famiglie un pesante onere assistenziale ed economico.
Molte delle morti cardiache improvvise possono e debbono essere evitate. “La forte associazione di questo infausto evento con la fibrosi del ventricolo sinistro, con la miocardite e con la cardiomiopatia aritmogena evidenzia quanto sia necessario e importante individuare e diagnosticare preventivamente queste condizioni in funzione della sospensione dell’attività fisica intensa, – commenta il Dr. Antonio Dello Russo, Aiuto referente dell’UO Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino. – Al Monzino abbiamo un’esperienza pluriennale nel trattare sportivi di ogni specialità. Per questo siamo in grado di offrire servizi e consulenze ai colleghi medici sportivi e cardiologi del territorio, avvalendosi di un’ampia gamma di prestazioni (possibili proprio al Monzino, grazie al suo essere l’unico centro monospecialistico in Italia), dall’imaging all’elettrofisiologia e non solo”.
Con il nuovo centro “Monzino SPORT – Check your heart”, il Monzino offre ora un vero e proprio percorso di valutazione clinica ultraspecialistica per la prevenzione del rischio cuore a beneficio di atleti e sportivi, per mettere in condizione chi svolge attività sportiva di farlo in completa sicurezza. Responsabile del Centro è il Prof. Claudio Tondo, coordinatore dell'Area Aritmologia del Monzino, affiancato dalla Dr.ssa Stefania Riva e dal Dr. Antonio Dello Russo. Accanto a loro numerosi specialisti, tutti massimi esperti nei rispettivi settori.
La particolarità del nuovo centro ‘Monzino SPORT’ è che permette agli sportivi di giungere rapidamente a una diagnosi definitiva e alla formulazione di una terapia farmacologica o interventistica curativa, che in alcuni casi potrà permettere anche il ritorno alla pratica dell’attività sportiva non agonistica. Il ‘marchio di qualità’ del Centro Cardiologico Monzino garantisce massima expertise medica e tecnologia d’avanguardia.
Riferimenti
- Pelliccia A et al. Are Olympic athletes free from cardiovascular diseases? Systematic investigation in 2352 participants from Athens 2004 to Sochi 2014. Br J Sports Med. 2016 Dec 30. pii: bjsports-2016-096961. doi: 10.1136/bjsports-2016-096961. [Epub ahead of print]