Ipertensione arteriosa e denervazione renale
Per i pazienti ipertesi refrattari alle terapie tradizionali o intolleranti ai numerosi farmaci antipertensivi al Monzino c’è una nuova possibilità di trattamento con la tecnica della Denervazione Renale(RDN).
L’ipertensione arteriosa colpisce il 30% della popolazione italiana e rappresenta il fattore di rischio più rilevante per le malattie cardiovascolari, quali l’infarto miocardico e l’ictus (prime cause di morte in Italia). Un terzo dei soggetti ipertesi non sa di esserlo e la diagnosi viene posta solo tardivamente quando purtroppo si sviluppano le sue complicanze.
Per i pazienti ipertesi refrattari alle terapie tradizionali o intolleranti ai numerosi farmaci anti-ipertensivi al Monzino c’è una nuova possibilità di trattamento attraverso la Denervazione Renale (DNR): una procedura endovascolare già nota, che ha l’obiettivo di ridurre, tramite ablazione transcatetere con energia a radiofrequenza, l’attività del sistema nervoso simpatico a livello delle arterie renali, che può essere la causa del rialzo dei valori della pressione.
La procedura di denervazione renale consiste nel disattivare selettivamente parte delle terminazioni nervose delle arterie renali, riducendo gli stimoli del SNS e determinando una duratura riduzione della pressione sanguigna.
Con questa tecnica si offre una soluzione efficace, sicura e a lungo termine per pazienti che, nonostante l’assunzione di tre o più farmaci antipertensivi, non raggiungono valori della pressione ottimali.
Il trattamento si effettua in sala angiografica con approccio per via femorale, il paziente riceve una terapia analgesica. La riduzione della pressione si manifesta clinicamente a distanza di un intervallo che può variare da tre a sei mesi e, in base all’efficacia della tecnica, anche la terapia farmacologica può essere rivalutata.