Colesterolo: quando i valori sono sballati (ma non troppo)
Quando preoccuparsi? E come intervenire?
Negli ultimi miei esami di controllo del sangue è emerso un colesterolo totale di 212 mg/dl, poco sopra il valore di riferimento di 200 (infatti è stato segnalato con asterisco). Il valore del colesterolo LDL però (che so essere quello definito “cattivo”) è di 127, e quindi si trova all’interno dei valori corretti, segnalati tra 50 e 160. Come mi devo regolare? Siccome ho il colesterolo “cattivo” basso posso stare tranquilla? Oppure il colesterolo totale alto va sempre monitorato e mi devo preoccupare? Posso nel caso intervenire smettendo di mangiare formaggi e uova?
Il dubbio è ricorrente, capita spesso infatti che i valori del colesterolo siano fuori dai limiti solo parzialmente, e di conseguenza ci si domandi quale sia il modo corretto di considerarli e interpretarli. In questo caso la domanda è arrivata alla redazione di Corriere Salute, che per rispondere ha chiesto aiuto al professor Cesare Fiorentini, Direttore Sviluppo Area Clinica del Centro Cardiologico Monzino:
«Il colesterolo totale è sicuramente in questo caso un po’ alto. Il fatto, però, che il valore del colesterolo LDL (definito giustamente “cattivo”) sia basso, ci dà un indicatore positivo che ci permette di stare tranquilli. Infatti è importante valutare soprattutto il valore dell’LDL, che deve assolutamente stare sotto i 130. È bene sottolineare inoltre che il valore del colesterolo diventa veramente importante in presenza di alcuni fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come diabete, obesità e ipertensione».
Come regolarsi dunque?
«I valori soglia del colesterolo sono stabiliti in linee guida internazionali - spiega Fiorentini- e negli anni sono stati rivisti periodicamente verso il basso in un'ottica di prevenzione. Anche la persona sana e senza fattori di rischio conclamato, infatti, non deve andare oltre i limiti perché il colesterolo è un fattore di rischio indipendente da tutto. Nel caso poi di incroci “pericolosi” con ipertensione, obesità e glicemia alta, i riferimenti variano ancora e ci sono precise tabelle che orientano; per cui può essere che una persona che ha una coronaropatia severa debba tenere l’LDL molto più basso di un soggetto “normale”. È il medico che decide e monitora».
«Io consiglio sempre di fare gli esami del colesterolo totale. Se si riscontra un problema si procede con il valore LDL. Nei controlli successivi si analizza sempre il totale e l’LDL per vedere come si evolvono le cose. Il colesterolo “buono” HDL non si misura di solito: comunque si ritiene sia un fattore di protezione vascolare (anche se non tutti sono d’accordo), quindi i valori alti in questo caso sono anche auspicabili».
Dieta e sport bastano per correggere i valori?
«Dipende dai casi. L’esercizio fisico è sicuramente utile per eliminare una produzione in eccesso, così come anche stare un po’ attenti al cibo aiuta, ma è un discorso valido per le persone che hanno valori di poco superiori ai limiti, che restano comunque vicini alla norma. Se invece si ha un problema serio non si risolve in questo modo ma con i farmaci. Gli stili di vita salva-colesterolo (esercizio fisico e dieta) infatti non sono sufficienti in caso di valori fortemente sballati o situazioni in cui c'è un alto rischio cardiovascolare. Anche perché del colesterolo che abbiamo in corpo se 100 è prodotto nel fegato, solo 30 arriva dal cibo. I prodotti che promettono di abbattere il colesterolo al supermercato danno solo un aiutino molto limitato».
L'articolo di Corriere Salute è disponibile su Corriere.it e nella nostra sezione rassegna stampa